Dovrà essere processato in Libia, con l'accusa di avere torturato migranti, Alhasaeri Wael Ghali

Maosud, di 37 anni, l'uomo di nazionalità libica fermato il 10

febbraio scorso dalla Squadra mobile di Crotone. Lo ha deciso il

gip di Crotone, Romina Rizzo, accogliendo, nel corso

dell'udienza di convalida del provvedimento di fermo,

l'eccezione presentata dall'avvocato Francesco Barbuto,

difensore di Maosud, riguardo il difetto di giurisdizione per

l'accusa di torture.

  Alhasaeri Wael Ghali Maosud era stato fermato perché

riconosciuto da un giovane somalo che era arrivato nel centro di

accoglienza di Isola Capo Rizzuto come uno dei torturatori nella

saf house libica in cui era stato rinchiuso dal maggio del 2019

fino alla partenza per l'Italia nel gennaio del 2020.

  Il fermo di indiziato di delitto era stato eseguito dalla

Polizia su disposizione della Dda di Catanzaro. Vittima e

presunto torturatore si erano incontrati nel centro di

accoglienza di Isola Capo Rizzuto ed in tale occasione il

libico, secondo l'accusa, avrebbe prima proposto al giovane

somalo dei soldi per pagare il suo silenzio e poi, al diniego,

sarebbe passato alle minacce.

  Il gip di Crotone, nel convalidare il fermo, ha anche emesso

un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Maosud

con l'accusa di associazione per delinquere e favoreggiamento

dell'immigrazione clandestina. (