Catanzaro: Sant'Anna Hospital, consiglio di Stato, politica ubriaca e trafficona
Riceviamo e Pubblichiamo
Alfredo SERRAO, presidente Associazione I QUARTIERI
"Catanzaro, la città di carta? Assolutamente no se facciamo riferimento alla serie tv “la casa de papel” perché nella nostra città la carta filigranata, preziosa perché usata per stampare banconote è solo carta pesta o peggio ancora della carta igienica, come sintesi e rappresentazione della sua dignità e dell’intelligenza errante che ormai giustifica e mistifica tutto e tutti.
Per un miserabile quarto d’ora di presunto potere, di esposizione mediatica, di bella mostra sotto i riflettori, di oratoria dissociata dalla realtà si giustifica tutto, perfino sapersi girare dall’altra parte come ha fatto la politica, lasciando che passi la tempesta.
Pochi sconti e niente mezze misure a Catanzaro dovrebbe funzionare così. Invece passata la buriana tutti escono dalla tana e sono tutti vincitori per aver governato la crisi(?), una delle tante degli ultimi anni come la vicenda del Sant’Anna Hospital, quella che brucia ancora e che avrà una lettura più ampia con il trascorrere del tempo. Piaccia o meno c’è una sola verità incontestabile: il Sant’Anna Hospital è stato lasciato da solo nella difesa da un aggressione di Stato, quella operata da ex commissari prefettizi non del tutto esempio di disciplina ed onorabilità.
Verrebbe da dire: benvenuti nel controverso mondo della sanità calabrese, quello compromesso da giochi di prestigio al limite della legalità, dove la legge si applica per i cittadini, ma si interpreta per gli “amici”. Il manuale è stato scritto con lo scorrere di quasi 365 giorni di sofferenza del Sant’Anna Hospital, la sofferenza di una professionalità indiscussa e quella dei tanti calabresi portati ad emigrare o morire in silenzio e rassegnazione.
I titoli di coda e le recensioni saranno quelle che la Magistratura vorrà scrivere dopo, quando le responsabilità dei singoli e degli associati verranno a galla ed allora si porrà un altro quesito: chi pagherà per la responsabilità sociale del danno causato, quello che non è solo erariale? Pagherà la politica quella dei salotti esclusivi catanzaresi che costruisce mattone e cordate imprenditoriali? Pagheranno i sindacati da sempre impicciati a trafficare piuttosto che difendere un valore? Pagheranno le organizzazioni datoriali degli imprenditori, dove la sanità è gallina grassa e senza vincolo di garanzie, nemmeno morali? Pagheranno i funzionari dello Stato che con le loro azioni ad personam hanno creato confusione normativa ed aumentato le spese legali delle strutture da loro governate? Pagheranno le lobby da sempre sovraordinate nel sistema calabrese al limite della territorialità legale e punto d’incontro fra politica ed affarismo? Pagherà la verità o la menzogna quella artatamente costruita con l’aiuto dei poteri forti ed opachi della burocrazia italiana?
I calabresi hanno pagato, Catanzaro ha pagato, i malati pure, quelli deceduti nell’oblio, nell’impossibilità di cura e quelli costretti a riprendere i viaggi della speranza. Pagheranno ora i commissari prefettizi Latella, Gullì e Musolino quando verrà accertato un danno erariale per i risarcimenti da riconoscere al Sant’Anna Hospital ed ai calabresi se anche in presenza di un reato penale ci saranno le costituzioni di parte civile.
La politica anche quella catanzarese batterà un colpo, comprendendo che si è al discrimine fra legalità ed illegalità, che non è un flash mob corredato di selfie e nuove espressioni di intellighenzia, ma che invece è ancora lotta con l’assunzione di responsabilità mettendoci faccia e spina dorsale.
Capirà Catanzaro, quella della esclusiva presenza social che lottare per un diritto come la salute e per un eccellenza, come il Sant’Anna Hospital è altra cosa e chiede coraggio, così come hanno fatto in pochi: il CdA della clinica di Gianni Parisi, Soccorso Capomolla e Daniele Maselli; i tanti professionisti del Sant’Anna Hospital; il sindacato USB giudato da Tonino Jiritano, il consigliere regionale Francesco Pitaro che ha pagato con un agguato politico il suo impegno civico e pochi altri fra i quali ci annoveriamo anche noi come Associazione, per aver insieme seguito un percorso controcorrente nella certezza che un giudice esiste e non solo a Berlino!
Oggi si è restituito valore alla verità ed il pallino torna nuovamente nelle mani dell’Asp di Catanzaro che non può più glissare e mutuare atteggiamenti passati al limite dell’abuso di ufficio e dell’appropriazione indebita, così come hanno affermato i legali pirotecnici incaricati dall’ex triade prefettizia, giusto per rispondere ad un inciso, che mai nessuno in posizione di potere cerca o ha mai cercato di cambiare le cose, il Sant’Anna Hospital è testimone e vittima.
Messo un punto fermo sulla diversità di responsabilità penali ed amministrative, su dinamiche pericolose e superate da quello che i giudici di Palazzo Spada chiamano self cleaning e che tradotto si chiama “bonificare” almeno per quanto appartiene al Sant’Anna Hospital, la storia bisognerà leggerla e tradurla per i cattivi uditori, quelli che hanno venduto orecchie, cervello ed anima al nemico, mettiamola così!
Si capirà che il Sant’Anna Hospital era vittima di una strategia concentrica dentro e fuori dalle sue mura, dentro l’Asp di Catanzaro e con la complicità di pezzi di sanità pubblica e privata pronti a dettare regole, nuove procedure, nuovi investimenti, nuove professionalità dimenticando però il corpo del reato: il riconoscimento dell’Agenas sulle capacità del Sant’Anna Hospital avvenuto nel luglio 2020 e il Piano delle Perfomance 2020/2022 dell’Asp di Catanzaro approvato con delibera del 07.12.2020, una manciata di giorni prima della revoca dell’accreditamento, quello che agli atti come dicono i giudici del Consiglio di Stato è uno dei tanti abusi dei commissari nominati del governo.
Sconfinare nelle competenze di altre autorità disapplicare le leggi e le normative attraverso atti dettati dalla fantasia legale, quelli pericolosamente disallineati alla realtà dei fatti e degli atti è l’azione dei commissari Latella, Gullì e Musolino come dicono di giudici del Consiglio di Stato, quei personaggi chiamati a sconfiggere la mafia nell’Asp di Catanzaro, ma andati via senza un risultato ne in termini di ritrovata legalità, né in termini di efficientamento amministrativo e sanitario: rete emergenza urgenza bombardata, ambulanze vecchie e senza medico a bordo e tanto altro sono i loro capolavori, che sommati al Sant’Anna Hospital gridano vendetta e risarcimento.
Così mentre il mondo era in fiamme per il Covid da noi, a Catanzaro l’Asp chiudeva strutture sanitarie di eccellenza su un vezzo e sull’interpretazione creativa di ex “dipendenti” dello Stato per quanto prefetti e sulla complicità ed il silenzio della politica locale, tutta senza distinguo ed eccezione, salvo quelle vissute e viste.
Stiamo ancora aspettando le “denunce” del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo che minacciava fuoco e fiamme contro la sanità regionale, ben guardandosi di toccare la triade Latella-Gullì-Musolino, pronto a denunciare tutti gli ospedali calabresi. Un altro fuoco fatuo della politica catanzarese quella che guida sempre a retromarcia…un po’ fatta e beona".