Si segnalano lunghe file di auto all'imbarco di Villa San Giovanni per la Sicilia ed i sindaci dei comuni confinanti con la Basilicata scrivono al Prefetto di Cosenza affinché si possa attivare con la massima urgenza un check point con il supporto di agenzie private di vigilanza. Due segnali che confermano come l'esodo dal Nord verso il Sud continui seppur in modo ridotto rispetto a quello in massa della prima settimana dal 22 febbraio sino alla fine dello stesso mese, quando in circa 100.000 furono i calabresi che vivono al Nord per studio o per lavoro sono ritornati in Calabria. E non è esagerato sostenere che la stragrande maggioranza dei casi di positività al Coronavirus finora accertati sono dovuti a contatti con calabresi rientrati dal Nord. I sindaci che si sono rivolti al Prefetto di Cosenza, Cinzia Guercio, sono Domenico Lo Polito (Castrovillari), Mariangelina Russo (Laino Borgo), Gaetano Palermo (Laino Castello), Nicolò De Bartolo (Morano Calabro), Giuseppe Regina (Mormanno), Antonio De Caprio (Orsomarso) e Fiorenzo Conte (Papasidero) hanno motivato la loro richiesta sostenendo la necessità di arginare eventuali ritorni al Sud dopo la chiusura di fabbriche e cantieri nel Nord Italia. "Ove non fosse possibile l'utilizzo delle agenzie private  sì richiede di intensificare la presenza sul territorio delle forze dell'ordine e di prevedere - scrivono i sindaci firmatari - solo accessi controllati". E come se non bastasse tutto ciò si segnalano anche lunghe file di automobili allo snodo di Villa San Giovanni per andare in Sicilia. Tal situazione ha fatto letteralmente andare su tutte le furie il Governatore della Sicilia, Musumeci, che ha affermato "Basta, il governo intervenga, non siamo carne da macello: facciano rispettare l'ordine". Lo stesso Governatore Nello Musumeci sulla propria pagina facebook ha la foto di una lunga fila di automobili che, provenienti dalla Calabria, erano sbarcate a Messina. "Mi segnalano appena adesso che a Messina stanno sbarcando dalla Calabria - ha sostenuto il Governatore Musumeci - molte persone non autorizzate. Non è possibile e non accetto che questo accada. Ho chiesto al prefetto di intervenire immediatamente. C'è un decreto del ministro delle Infrastrutture e del ministro della Salute che lo impedisce". Quindi, ancora una volta, le regole non vengono rispettate nella consuetudine e nella tipica cultura anarchica e refrattaria alle regole che caratterizza il popolo italiano. Ma questa volta il rischio è altissimo e tali comportamenti possono provocare danni incalcolabili. Purtroppo l'Italia non è la Cina e non è neanche al Corea del Sud dove i popoli uniti osservano alla lettera tutte le disposizioni imposte dai Governi. Possiamo solo affidarci al Buon Dio, non certamente al raziocinio e al buon senso degli uomini.

Gianfranco Bonofiglio