"Da Vibo Valentia, Capitale Italiana del Libro, può ripartire la riscossa italiana nell'economia digitale".

Ad affermarlo il sociologo Nicola Piepoli e il comunicatore Domenico Garrone ricordando che "l'Unione Europea con l'indice Desi (Digital Economy and Society Index) mette l'Italia al quart'ultimo posto su 28 Paesi e questo - sottolinea - significa troppo per non cambiare immediatamente direzione e consulenti strategici nei ministeri, nelle Regioni, nelle istituzioni".

Piepoli e Garrone presentano, sabato 13 novembre a Palazzo Gagliardi, il "manifesto riscrivere l'economia digitale italiana".


"Servono maggiori competenze professionali italiane. Serve riscrivere l'economia digitale dell'Italia, in italiano e per gli italiani - aggiunge Garrone -. Oggi è un'utopia l'economia digitale così come viene presentata ai nostri imprenditori senza alcuna attenzione alle fonti principali del nostro Made in Italy: la cultura, le nostre lingue, il nostro territorio".

Fra gli esempi Garrone cita lo Spid, definendolo "un sistema di identificazione non di identità. Chi non ha colto la differenza quando ha deciso era ignorante. 'Trasformazione Digitale' . Un orrore! Innovazione Digitale: acqua santa - prosegue ancora -. Portare nell'attualità senza alterarne il Dna salva il Made in Italy, trasformarlo per renderlo riproducibile nel Delaware o in Cina produrrà la morte dei nostri territori.




Riscrivere l'economia digitale italiana in italiano per gli italiani - conclude - significa impegnarsi a portare cultura, sapienza e creatività a dominare la competitività invece la stiamo subendo e perdiamo ogni giorno senso anziché acquisire l'energia che ha reso il Made in Italy il marchio in cui riconosciamo i nostri prodotti, le nostre storie Questo è il manifesto che portiamo a Vibo Valentia, Capitale Italiana del Libro per un uso serio e sociale del Pnrr del Governo Draghi".