Alessia Piperno a casa: "Pensavo mi trasferissero in un altro carcere"
"Il carcere di Evin era proprio brutto, così ieri ho pensato che mi stessero trasferendo in un altro carcere.
Ma non sapevo proprio dove mi stessero portando".
Così Alessia Piperno ha raccontato ai genitori gli ultimi istanti di detenzione, confermando che fino all'ultimo non ha saputo che la stessero liberando. "Era quasi contenta - dice il papà Alberto all'ANSA - che la portassero in un'altra prigione".
La trentenne è rimasta a parlare con i familiari fino alle 3.30 e al fratello David ha raccontato che nei 45 giorni in cella le compagne "cambiavano spesso. Ed era difficile comunicare con loro perché parlavano un'altra lingua".
"È ritornata piccola, ha dormito tra me e mia moglie. Però abbiamo dormito poco perché siamo andati a letto tardissimo", racconta il padre Alberto Piperno, visibilmente emozionato, davanti all'ingresso della sua cartolibreria a Roma. "Non è stata toccata a livello fisico, a livello emotivo e psicologico è stata pesante, ma non mi va di parlare dei suoi racconti - aggiunge il padre - Non sapeva quando sarebbe uscita, se sarebbe uscita, lei si preoccupava per noi, per la famiglia, aveva paura che tornando io e la madre non ci saremmo stati più, non per lei perché sapeva come stava. Lei è una ragazza forte, l'ho scoperto adesso".