Prendono in giro un coetaneo disabile registrandolo in un video che pubblicano, il caso a Catanzaro
L'indignazione della madre del ragazzo bullizzato: "Vorrei sapere cosa ha in testa la nuova generazione"

Due ragazzine alla fermata del bus si avvicinano ad un ragazzo disabile. Tra risatine e battute, le due lo registrano con un cellulare prendendolo in giro facendo domande provocatorie, a mo' di beffeggiarlo. “Mi fai un cuoricino?” “Mi fai un kiss?”. Tutti gesti che il ragazzo avrebbe dovuto mandare ai suoi “tanti fan” che avrebbero guardato il filmato. Anche l’ombrello arcobaleno che il ragazzo portava con sé, diventa motivo di scherno. Il ragazzo è palesemente infastidito e irritato dall’atteggiamento delle due “bulle”, che continuano a infastidirlo.
L'indignazione della madre del ragazzo
E' questa la scena raccapricciante mostrata nel video (reso pubblico) che ha fatto il giro della rete, registrato sul viadotto Kennedy a Catanzaro. A denunciare la mamma del ragazzo, la cui segnalazione ha suscitato una forte indignazione pubblica. «Vorrei sapere cosa ha in testa la nuova generazione. – scrive la madre in un post sui social - Avete visto tutti il film accompagnati dai docenti "Il ragazzo dai pantaloni rosa" ma non avete capito nulla».
Ufficio del Garante per la tutela delle vittime di reato: “Promuovere incontro tra le famiglie”
La vicenda ha smosso l’Ufficio del Garante per la tutela delle vittime di reato. “Non possiamo tacere di fronte ad episodi che non possono essere banalizzati come delle semplici bravate. – scrive Antonio Lomonaco, garante regionale delle Vittime di reato - Anche la condivisione del video da parte di gente adulta, seppur animata da buone intenzioni, non può essere accettata. Il compito di costoro è di educare le giovani generazioni sulle conseguenze delle proprie azioni, ma soprattutto sul valore dell’inclusione. L’Ufficio del Garante per la tutela delle vittime di reato – continua nella nota - da mesi sta lavorando ad un progetto contro il bullismo, ma questi episodi, evidentemente, ci suggeriscono che probabilmente occorre lavorare di più sulle famiglie, affinché tengano gli occhi aperti sui comportamenti dei loro figli. Scelgo di mandare questo comunicato senza condividere il video perché ciò significherebbe dare visibilità a chi al momento ha bisogno soltanto di essere accompagnato in un percorso di consapevolezza, proprio di chi ha la necessità di riflettere sugli errori commessi. L’Ufficio del Garante – conclude - si farà carico di promuovere un incontro tra la famiglia del ragazzo vittima di bullismo, le famiglie delle ragazze, nonché le rispettive scuole di appartenenza al fine di evitare altri episodi simili. Al momento, c’è spazio solo per la solidarietà e la riflessione.”