«Vorrei che la gente pensasse che ho cuore e talento che non derivano dai miei occhi blu». Gianluca Gallo è un po’ il Paul Newman della politica calabrese: non si può dire che non abbia cuore, o che gli faccia difetto il talento, o che non abbia gli occhi blu. O che – ma questo non c’entra con il divo hollywoodiano – la sua presenza non provochi fastidio e inquietudine al presidente della Regione.

Già, perché in una regione appena entrata nell’era Occhiuto, Gallo è, potenzialmente, l’angelo ribelle che rischia di essere scacciato proprio perché la sua presenza rappresenta una minaccia per il nuovo dominio.

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