Mentre la Calabria muore alla Regione sempre le solite nomine agli amici
Che la Regione Calabria sia innanzitutto un "nominificio" e sia il vero ostacolo allo sviluppo della nostra terra è fatto oramai assodato come assodato è il fallimento del regionalismo. Ma che in una situazione grave come quella calabrese stretta fra la morsa del Covid-19 e da una crisi economica senza precedenti e nell'ambito di una legislatura che volge al suo termine si continui a "nominare" amici nelle strutture nel solito andazzo alla "calabrese" è fatto indicibile e per il quale è difficile anche trovare gli epiteti giusti.
I COMMENTI DEI CITTADINI E DELLA POLITICA
Oramai non vi è più alcun limite etico di alcun genere. E le recenti nomine effettuate qualche giorno prima dell'ultimo consiglio programmato per il prossimo 10 novembre non potevano che destare indignazione e polemiche. Centinaia e centinaia i commenti al vetriolo sui social da parte di tanti cittadini stremati dalla crisi e che sono stanchi dei soliti giochetti della politica.
Ad intervenire anche la senatrice del Movimento 5 Stelle, Bianca Laura Granato, che in merito alle nomine effettuate dal Presidente facenti funzioni, Antonino Spirlì, ha dichiarato "Con scarso senso etico e mancanza di rispetto nei confronti dei calabresi, messi in ginocchio da una emergenza sanitaria diventata da subito crisi economica, ritiene prioritario procedere alle nomine della sua struttura speciale. La moltiplicazione delle nomine e delle poltrone, in tempi di smart working in ossequio alle misure di contenimento del contagio da coronavirus, è proprio un controsenso. Ironia a parte, c'è poco da stare allegri davanti a quello che è uno dei primi atti del presidente facente funzione della Regione Calabria, il signor Nino Spirlì.
L'OPERATO DI SPIRLI'
Con il lutto nel cuore per la scomparsa dell'amica Jole Santelli, si butta a capofitto nella nuova funzione dando priorità agli onori, più che agli oneri. Ritiene prioritario procedere alle nomine della sua struttura speciale piuttosto che premere l'acceleratore, ad esempio, sulla realizzazione di 136 posti di terapia intensiva e 134 di sub-intensiva, e recuperare il ritardo accumulato nell'estate dei frizzi e dei lazzi tra discoteche open bar e le vacanze pagate a Muccino e company. Se questo governo regionale fosse stato altrettanto veloce nello spendere i soldi messi a disposizione dal Governo – parliamo di 86 milioni di euro – per assumere medici e infermieri, per creare posti di terapia intensiva, realizzare il centro covid regionale e i covid hotel, oggi la Calabria non sarebbe Zona Rossa".
Anche il Codacons con il suo vicepresidente nazionale, Antonio Di Lieto, interviene sulla vicenda. "Proprio mentre il presidente Conte annunciava in diretta tv che la Calabria era "zona rossa" a causa di una sanità allo sfascio, il presidente f.f. Spirlì era intento a dispensare nomine. Ben otto solo negli ultimi tre giorni. Altro che ufficio di collocamento. Sicuramente soggetti indispensabili per il funzionamento del suo Ufficio di Gabinetto e della sua struttura personale, così come fondamentali saranno non uno, ma ben due autisti. Tutti costi che finiranno per pesare sulle casse regionali e di conseguenza sui cittadini". Inoltre il Codacons annuncia di essere pronto a rivolgersi alla Corte dei Conti affinché i "giudici contabili valutino se sussistano gravi irregolarità in siffatte nomine nonché se sussista un danno relativamente alla gestione delle risorse finanziarie della Regione".