Carabinieri
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Negli anni ’90 e nei primi anni 2000, la provincia di Crotone è stata protagonista dell’ascesa di tre potenti clan della ‘ndrangheta: i Vrenna, i Russelli e i Grande Aracri. Questi gruppi hanno imposto il loro controllo su vasti territori, intrecciando traffici illeciti, estorsioni e un sistema capillare di infiltrazione nelle attività economiche e istituzionali.

I Vrenna: dalla malavita locale al controllo degli appalti

La famiglia Vrenna, originaria di Crotone, ha consolidato il proprio potere tra gli anni ’80 e ’90. Inizialmente attivi nel contrabbando e nelle estorsioni, hanno saputo evolversi, diventando una delle forze più influenti della criminalità organizzata calabrese.

Affari principali

Controllo degli appalti pubblici: I Vrenna hanno esercitato una forte influenza sugli appalti pubblici locali, utilizzando intimidazioni e connivenze per assicurarsi contratti legati a infrastrutture, edilizia e servizi.

Estorsioni e racket: I commercianti e gli imprenditori di Crotone e dintorni erano costretti a pagare il “pizzo”, con somme che alimentavano le casse del clan.

Traffico di droga: Con il tempo, i Vrenna hanno stretto alleanze con altri clan della ‘ndrangheta per espandersi nel mercato degli stupefacenti, specializzandosi nel traffico di cocaina.

Declino e colpi giudiziari

Nonostante la loro forza, i Vrenna sono stati pesantemente colpiti dalle operazioni antimafia negli anni 2000, con numerosi arresti e sequestri di beni. Tuttavia, frammenti del clan continuano a operare, cercando di mantenere il controllo su alcuni settori strategici.

I Russelli: il clan delle faide interne

I Russelli, attivi principalmente nel territorio crotonese, hanno vissuto un’ascesa criminale tumultuosa, caratterizzata da conflitti interni e rivalità con altre famiglie. Nonostante le divisioni, il clan è stato protagonista di molteplici attività illecite negli anni ’90.

Le attività criminali

Traffico di armi e droga: I Russelli si sono specializzati nel contrabbando di armi e nel traffico di sostanze stupefacenti, sfruttando i collegamenti con altri clan calabresi e organizzazioni criminali internazionali.

Rapporti con la politica: Come molti clan della ‘ndrangheta, anche i Russelli hanno tentato di infiltrarsi nelle amministrazioni locali, sfruttando la corruzione per ottenere appalti e vantaggi economici.

Violenza come strumento di controllo: La famiglia è nota per la brutalità con cui ha imposto il proprio dominio sul territorio, coinvolgendo anche membri delle comunità locali in una spirale di omertà e paura.

Declino e riorganizzazione

Le divisioni interne e le operazioni delle forze dell’ordine hanno ridimensionato il potere dei Russelli nei primi anni 2000. Tuttavia, alcuni membri del clan sono rimasti attivi, cercando di ricostruire la rete criminale frammentata.

I Grande Aracri: il clan che ha cambiato le regole del gioco

Tra le famiglie della ‘ndrangheta crotonese, i Grande Aracri, originari di Cutro, si distinguono per la capacità di evolversi e adattarsi alle nuove dinamiche del crimine organizzato. Il clan, guidato dal carismatico Nicolino Grande Aracri, è diventato un simbolo della modernizzazione della ‘ndrangheta.

Espansione e strategie

Riciclaggio e affari legali: A differenza di molti altri clan, i Grande Aracri hanno investito massicciamente nel riciclaggio di denaro sporco, reinvestendolo in attività legali come l’edilizia, il turismo e il settore immobiliare.

Influenza politica: Il clan ha saputo infiltrarsi nelle istituzioni locali e nazionali, utilizzando la corruzione come arma per ottenere appalti pubblici e vantaggi legislativi.

Traffico internazionale di droga: I Grande Aracri hanno consolidato legami con i cartelli sudamericani, diventando uno dei punti di riferimento per l’importazione di cocaina in Europa.

La caduta di Nicolino Grande Aracri

L’arresto di Nicolino Grande Aracri nel 2015 è stato uno dei colpi più duri mai subiti dalla ‘ndrangheta crotonese. Tuttavia, la struttura del clan è rimasta operativa, grazie a una rete di collaboratori e alleanze con altri gruppi criminali.

Gli anni '90 e 2000: un’epoca di faide e spartizioni

Negli anni ’90 e nei primi anni 2000, i Vrenna, i Russelli e i Grande Aracri si sono contesi il controllo del territorio crotonese. Le rivalità tra i clan hanno portato a una serie di scontri violenti, noti come faide, che hanno causato decine di vittime e un clima di paura diffuso.

Le principali attività illecite

Appalti pubblici: Tutti e tre i clan hanno visto negli appalti pubblici una delle principali fonti di guadagno, usando minacce, corruzione e collusioni per ottenere contratti.

Traffico di droga: La cocaina è stata il “motore” economico che ha finanziato le attività dei clan, garantendo enormi profitti.

Estorsioni: Dai piccoli commercianti ai grandi imprenditori, nessuno era al sicuro dal pagamento del pizzo, che rappresentava una forma di controllo capillare sul territorio.

L’impatto sulle comunità locali

La presenza di questi clan ha avuto un impatto devastante sull’economia e sulla società crotonese. Molti imprenditori sono stati costretti a chiudere le proprie attività o a sottomettersi alle richieste dei clan. Al tempo stesso, la paura e l’omertà hanno reso difficile per le autorità locali contrastare efficacemente il fenomeno.

Un’eredità ancora presente

L’ascesa dei Vrenna, dei Russelli e dei Grande Aracri ha segnato profondamente la storia di Crotone e della sua provincia. Sebbene molti leader siano stati arrestati e le forze dell’ordine abbiano inflitto colpi durissimi ai clan, l’eredità di questi gruppi è ancora tangibile. La ‘ndrangheta ha dimostrato una straordinaria capacità di rigenerarsi, e la lotta contro il crimine organizzato a Crotone è tutt’altro che conclusa.

Ascesa dei clan