8 giovani su 10 si sentono più italiani che europei
Cresce il tasso di europeismo man mano che si riduce l'età: tra i 13 e i 17 anni
Il sogno di sentirsi cittadini degli Stati Uniti d'Europa è ancora lontano da venire, almeno nel nostro Paese: attualmente 8 giovani su 10 si sentono più italiani che europei.
Questo non vuol dire che non percepiscano anche un forte senso di appartenenza all'Unione Europea, perché il 79% allo stesso tempo si definisce orgogliosamente "figlio d'Europa".
Il risultato del sondaggio
E' quanto emerge da un sondaggio effettuato dal portale Skuola.net su un campione di 3.100 giovani tra i 13 e i 29 anni, in vista delle elezioni dell'8 e 9 giugno.
Cresce il tasso di europeismo man mano che si riduce l'età: tra i 13 e i 17 anni, infatti, ben l'85% si cala convintamente nelle vesti di cittadino europeo. Mentre tra i più grandi si comincia ad avvertire un parziale arretramento da questa posizione: tra i 18-29enni ci si ferma al 72% di "europeisti".
Gli aspetti che spingono, più di altri, a credere nella bontà dei confini allargati sono innanzitutto la possibilità di poter liberamente viaggiare tra i Paesi membri (per il 43% degli intervistati), il poter contare di più a livello internazionale (21%) e la possibilità di studiare senza troppi vincoli nelle università di gran parte d'Europa (16%). Altri aspetti come la moneta unica o norme simili nei vari Paesi sono meno rilevanti.
I giovani e il nuovo assetto comunitario
I giovani, però, non lesinano neppure qualche critica all'attuale assetto comunitario. Sul podio degli aspetti che piacciono di meno in assoluto salgono infatti i vincoli economici a cui deve sottostare il nostro Paese per poter far parte della UE (40%), la gestione dei migranti (25%) e infine la dipendenza dell'Italia da nazioni più forti (19%) su molti risvolti della politica comunitaria.
A proposito delle materie di competenza - esclusiva o concorrente - dell'Unione Europea su cui, secondo le ragazze e i ragazzi, si dovrebbe concentrare maggiormente la prossima legislatura UE, nella "Top 5" emerge soprattutto la priorità del lavoro: aumentare occupazione e salari, specialmente per i giovani, dovrebbe essere il cardine del programma per il 24% Da non trascurare, poi, la questione ambientale: per il 15% la transizione ecologica è ormai diventata indifferibile .Al terzo posto, appaiati con il 12% dei consensi, ci sono invece gli attualissimi temi della difesa comune - soprattutto in funzione pacificatoria e di sicurezza - e delle politiche migratorie. A chiudere la cinquina delle urgenze, con l'11% delle preferenze, il riconoscimento di maggiori diritti civili per tutti i cittadini europei.