Calabria indignata: la studentessa è cieca ma l’insegnante di sostegno non conosce il Braille
Il caso di Alisea Cristaldi, brillante studentessa di Cariati, che ha dovuto fare i conti con il diritto allo studio negato
Il caso di Alisea, dagli ottimi voti alla battuta d’arresto
Esiste un articolo, precisamente il numero 34, della Costituzione Italiana che può essere riassunto nel seguente modo: “la scuola è di tutti e tutti possono e devono frequentarla”. Il diritto allo studio, tra i valori fondamentali di una società che si reputa tale, deve essere necessariamente garantito senza lasciarsi abbindolare da presunti ritardi, problematiche e condizionamenti di alcun tipo. L’articolo in questione, infatti, recita che: “la scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Se la legge parla chiaro, la realtà, a volte, si presenta in maniera diversa: è il caso di Alisea Cristaldi, giovane e brillante studentessa di Cariati della provincia di Cosenza, che ha dovuto fare i conti con il diritto allo studio negato.
Alisea, la cecità, e il diritto allo studio negato
La ragazza, cieca sin dalla nascita a causa di una retinopatia, frequenta l’ultimo anno del Liceo Scientifico “Stefano Patrizi” nel comune cariatese distinguendosi per gli ottimi voti e l’impegno profuso. Alisea, infatti, non ha mai considerato la sua disabilità come un limite: la cecità non ha rappresentato un problema nell’apprendimento, soprattutto perché ha ricevuto il giusto supporto scolastico, quale quello dei docenti di sostegno qualificati per la sua particolare situazione. La carriera scolastica della studentessa non ha dunque subìto inciampi: grazie al linguaggio Braille, utilizzato da ipo e non vedenti, Alisea ha raggiunto eccellenti risultati.
Fino alla brusca battuta d’arresto verificatasi all’inizio di quest’anno: la scuola, infatti, le ha affiancato una docente di sostegno, come previsto dalla legge, ma che non conosce il Braille. Un ostacolo insormontabile che l’ha costretta a rallentare poiché non dotata degli strumenti corretti per studiare.
Alisea, studentessa cieca dalla Calabria
L’indignazione della famiglia
Il caso di Alisea ha fatto scalpore e indignato la Calabria intera, soprattutto dopo le dichiarazioni del padre, Antonio Cristaldi, che ha denunciato l’accaduto e che ha lanciato un appello, negli scorsi giorni, affinché le istituzioni intervengano immediatamente per risolvere la problematica. “Purtroppo la sua insegnante dell'anno scorso non era di ruolo, pertanto quest'anno, nonostante avessimo chiesto la continuità formativa, le è stata assegnata una nuova docente che, però, non ha competenze nel sistema di lettura e scrittura tattile a rilievo per non vedenti”.
Una situazione ai limiti dell’incredibile, che vede la ragazza molto provata; il padre, infatti, ha sottolineato che "non appena abbiamo saputo, insieme a mia moglie ci siamo confrontati con la dirigente scolastica. Ma a inizio anno abbiamo scoperto la verità: la docente non è specializzata nel Braille. Abituata a raggiungere risultati brillanti, mia figlia ha reagito molto male, ha innalzato un muro e ha iniziato ad avere crisi nervose".
Che fine hanno fatto i docenti di sostegno?
Il Liceo Scientifico di Cariati, insieme alla dirigente scolastica, nonostante la disponibilità mostrata, sembra avere le mani legate. I genitori di Alisea, preoccupati insieme alla discente anche in vista degli esami di maturità che dovrebbe sostenere, hanno chiesto di parlare con la direttrice la quale, ha spiegato, che dei 18 docenti di sostegno assegnati alla scuola, nessuno di questi possiede competenze in campo Braille. La questione è arrivata anche sulla scrivania dell’Ufficio Scolastico Regionale il quale, secondo quanto riporta il sig. Cristaldi, tace “violando una sentenza del Consiglio di Stato che impone di ricercare insegnanti specializzati anche al di fuori delle graduatorie”.
Insegnanti per merito… o per merito dell’algoritmo?
Uno Stato di dovere, più che diritto, sembra essere quello italiano: nonostante i maxi concorsi, le certificazioni estere, i corsi di sostegno extra, gli anni di studio e le tasse pagate, mancano ancora migliaia di docenti. Nel caso del sostegno, in particolar modo, molti degli aspiranti si interfacciano con tale ruolo di insegnamento – fatto su misura per alunni con disturbi dell’apprendimento e disabilità fisiche e cognitive – sperando solo di rientrare in quelle famose graduatorie che dovrebbero garantire un posto di lavoro. Manca dunque l’etica dell’insegnamento, la volontà reale di far conoscere e affiancare gli studenti - soprattutto se in difficoltà -, con conseguente carenza di nozioni e strumenti a discapito di chi, come Alisea, sulla scuola ha puntato tutto.
Scegliere un docente sulla base di un algoritmo e non sulle reali necessità dello studente, rende la scuola un luogo quasi inutile, dove gli obiettivi primari del conoscere e dell’imparare non sono più perseguibili. Nel momento in cui non si tutela il diritto allo studio, a partire da coloro che dovrebbero instillare conoscenze nei più giovani, scelti quasi non per merito ma sulla base di un calcolo informatico – vittime anch’essi di un sistema corruttibile – viene a mancare la funzione primaria della scuola stessa che porterà, sempre di più, a far aumentare la dispersione scolastica e la rinuncia agli studi.
La decisione dei familiari di Alisea
La famiglia Cristaldi ha affermato che procederà per vie legali nel caso in cui l’annosa questione non venga risolta. “Non chiediamo assistenzialismo ma il riconoscimento di un diritto fondamentale” - ha incalzato il padre di Alisea. “Ogni studente deve avere l’insegnante di sostegno adeguato alle proprie esigenze. Non possiamo accettare passivamente di essere privati dei nostri diritti, si parla tanto di inclusione, ma siamo ancora a questo punto”.
L’appello dell’On. Baldino
Il caso di Alisea mette in evidenza le lacune di un diritto all’istruzione e all’integrazione scolastica che, molto spesso, cadono nel dimenticatoio. L’appello dei Cristaldi, però, non è rimasto inascoltato. Sulla questione è intervenuta l’On. Vittoria Baldino, vice capogruppo del Movimento 5 Stelle in Parlamento, che ha assicurato pieno sostegno alla studentessa. “Ho rivolto un appello al Ministro dell’Istruzione Valditara – ha dichiarato Baldino – perché intervenga con urgenza a tutelare il diritto di Alisea all’istruzione. È inaccettabile che, in una scuola pubblica italiana, un’alunna con disabilità visiva debba affrontare gravi disagi nell’apprendimento a causa della mancata assegnazione di un docente di sostegno specializzato”.
“È inaccettabile che le istituzioni scolastiche decidano in contrasto con quanto disposto da una sentenza del Consiglio di Stato. Nei prossimi giorni – ha concluso la deputata M5S - con un’interrogazione tornerò a chiedere con forza che venga rispettato il diritto di Alisea ad avere un’istruzione pari a quella dei suoi compagni. Nessuno studente deve essere lasciato indietro o ostacolato da decisioni burocratiche e inadempienze istituzionali”.