Operaio morto folgorato, tre assoluzioni in appello
Confermata la sentenza di primo grado, l'incidente nel 2013
La Corte di Appello di Catanzaro ha confermato l’assoluzione in primo grado di Achille Tagliatela, Fabio Iaccino e Gianpiero Poltero, accusati di omicidio colposo per la morte di Antonio Bufanio, un operaio di 40 anni deceduto folgorato nel 2013 a seguito di una folgorazione mentre lavorava nella cabina elettrica del depuratore comunale di Fiumefreddo Bruzio.
La Decisione della Corte
La Corte ha deciso di riservarsi il deposito delle motivazioni della sentenza.
Tagliatela, amministratore della Impetec Costruzioni Spa, Poltero, rappresentante legale della ditta Tecnologia e Sicurezza (che lavorava su incarico della Impetec), e Iaccino, responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Fiumefreddo Bruzio al momento dell’incidente, erano accusati di aver causato la morte di Bufanio per negligenza e imperizia.
La dinamica dell'incidente
L'incidente è avvenuto mentre Bufanio stava cercando di sostituire un fusibile bruciato nella cabina di trasformazione del depuratore e fu colpito da una scarica elettrica. L'operaio morì poi all'ospedale di Napoli.
Gli imputati erano accusati di omicidio colposo per negligenza e imperizia, in quanto ritenuti responsabili per il decesso di Bufanio. In particolare, la causa della morte sarebbe stata attribuita a una cattiva gestione della sicurezza sul luogo di lavoro, o a una mancanza di adeguate precauzioni durante il lavoro elettrico. L'idea era che, in quanto figure responsabili dei lavori o della gestione dell'impianto, avrebbero dovuto garantire che l'ambiente di lavoro fosse sicuro e che venissero adottate misure preventive contro il rischio elettrico.
Gli imputati erano stati rinviati a giudizio nel 2017 e, nel 2021, il Tribunale di Paola li aveva assolti. I familiari della vittima, che si erano costituiti parte civile nel processo, hanno ottenuto un risarcimento separato per danni civili.
Sebbene gli imputati siano stati assolti, i familiari della vittima sono stati comunque risarciti civilmente per danni. Questo evidenzia come il risarcimento civile non dipenda dall'accertamento penale della colpa, ma da una valutazione separata dei danni subiti dalla parte civile, in questo caso la famiglia di Bufanio. La separazione tra risarcimento civile e giudizio penale è una caratteristica tipica del sistema giuridico italiano, dove una persona può essere ritenuta innocente sotto il profilo penale, ma comunque obbligata a risarcire i danni.