Quote non versate al partito: in casa Pd candidati (ed eletti!) politici non in regola
"Gli eletti ed i componenti del Governo hanno il dovere di contribuire al finanziamento del partito versando alla tesoreria una quota dell'indennità e degli emolumenti derivanti dalla carica ricoperta. Il mancato o incompleto versamento è causa di incandidabilità".
Recita così lo statuto del Partito Democratico. Ma, a quanto pare, non tutti hanno rispettato questa regola e diversi esponenti del PD, consiglieri regionali uscenti, ricandidati alle elezioni regionali di poco più di un mese fa, non sarebbero in regola con i pagamenti.
A confermare questa situazione é stato il tesoriere regionale del PD Enzo Insardá. Il debito complessivo accumulato nel quinquennio da tutti i consiglieri morosi si aggira attorno ai 140 mila euro. E se ci sono politici come l'ex Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio o come Michelangelo Mirabello, Nicola Irto, Giuseppe Giudiceandrea, Sebastiano Romeo e Domenico Bevacqua che hanno pagato puntualmente o che, prima della competizione elettorale (o anche in ritardo), hanno messo in regola la propria posizione, in molti hanno maturato debiti consistenti, che arrivano anche attorno ai 50 mila euro. E alcuni di loro sono stati ricandidati, rieletti e sono stati convocati per la prima riunione del Consiglio Regionale prevista per lunedì prossimo.
Dal commissario regionale del PD, Stefano Graziano, ci si attendono ora delle spiegazioni.