Sembra che per questa estate non siano in salita solo le temperature. Con il mese di giugno e la calda stagione alle porte, iniziano a popolarsi le spiagge calabresi di bagnanti e turisti, i quali – a seguito dei rallentamenti dalla stretta pandemica – hanno ben pensato di concedersi una vacanza dopo due anni di fermo. A tal proposito, gli stabilimenti balneari hanno registrato un trend fortemente in salita per ciò che concerne l’incremento turistico di quest’anno: il 17% dei lidi – secondo l’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori – afferma di essere già al completo, mentre per il restante 83% rimangono a disposizione solo i posti delle ultime file.


Una notizia positiva, se non fosse per i rincari che la stessa analisi ha constatato. Il "caro ombrellone" sembra essere un fenomeno caratteristico di questa estate 2022, con prezzi gonfiati che oscillano dai 12 ai 25 euro nel cosentino, fino ad arrivare a costi più consistenti nel vibonese, dove luoghi più rinomati – come Tropea – registrano pacchetti settimanali tra i 161 ed 360 euro. Più contenuto il fenomeno nel reggino, la cui analisi evidenzia un costo settimanale che va dai 70 ai 105 euro. Leggermente in rialzo il litorale Jonico e la zona litorale di Cirò Marina, Crotone, Isola Capo Rizzuto, Catanzaro Lido, Soverato, Squillace, Siderno e Roccella Jonica, i cui costi variano da 70 a 175 euro.


“Ancora una volta preme però denunciare il perdurare dell’incuria generale – afferma Mimma Iannello, presidente Federconsumatori Calabria - nell’approntare le località turistiche all’accoglienza dei villeggianti: viabilità, sicurezza, raccolta dei rifiuti, qualità del servizio idrico, trasporti, primi segnali di inquinamento del mare, continuano ad essere i limiti che fanno del turismo calabrese un’occasione non sempre colta al 100%. Fra le emergenze incombente ci preoccupa quella legata all’approvvigionamento idrico nelle città a maggiore frequenza turistica. Ebbene, i mutamenti climatici e la qualità delle reti idriche di molti Comuni avrebbero richiesto politiche preventive e di ampia programmazione per scongiurare disagi e sprechi durante estati sempre più torride ma non ci sembra di leggere segnali tranquillizzanti che vanno in questa direzione. – continua - Continuiamo ad essere convinti che il turismo non sia spontaneismo ma serva di un concentrato di politiche in grado di ottimizzare l’organizzazione dei servizi e di capitalizzare ogni possibile vantaggio economico, sociale ed occupazionale sulla costa così come nelle aree interne. Le crepe che evidenzia il sistema dell’accoglienza turistica non possono essere lasciate alla provvidenza".