Cristina Pugliese, spunta nuova testimonianza: "il compagno ha chiuso in casa l'amico che ha trovato il corpo ed è andato al bar"
Una vita spezzata a 27 anni: il grido di una madre e i dubbi degli inquirenti sulla morte di Maria Cristina Pugliese.
Il caso di Maria Cristina Pugliese, la giovane di 27 anni trovata senza vita nel bagno della sua abitazione nel veronese, si tinge di nuovi dubbi e sospetti. Sebbene inizialmente fosse stato classificato come suicidio, le indagini puntano ora a un possibile femminicidio, con Marco Cristofori, il compagno 40enne della donna, indagato.
Cristofori ha chiuso l'amico in casa
Dettagli inquietanti emergono sul comportamento di Cristofori dopo il ritrovamento: secondo un vicino, l'uomo avrebbe chiuso a chiave l’amico dentro casa e si sarebbe allontanato per tornare al bar. L’amico, in seguito, ha trovato il corpo della giovane calabrese in bagno ed è riuscito a uscire passando dalla finestra.
Le circostanze della morte di Maria Cristina non convincono né la famiglia né gli amici. Questi ultimi hanno raccontato che nei due mesi precedenti alla tragedia, i contatti con lei erano diventati sempre più sporadici, limitati a messaggi su WhatsApp. La famiglia accusa Cristofori di aver isolato Maria Cristina dai suoi affetti. Per loro, l'ipotesi del suicidio è inverosimile.
Nel frattempo, Cristofori, indagato a piede libero, si è rifugiato a casa dei genitori nel suo paese d’origine, Roveredo di Guà. Qui la comunità si schiera dalla sua parte, credendo nella sua innocenza e sostenendo la sua famiglia.
Lo strazio della madre: “non si sarebbe mai tolta la vita”
“Mia figlia non si sarebbe mai tolta la vita da sola. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Lei amava la vita, era una ragazza solare, piena di sogni e progetti. Qualcuno le ha spento il sorriso.” Le parole di mamma Rosa Sainato.
Maria Cristina Pugliese, 27 anni, è stata trovata morta nella sua abitazione, un dramma che ha lasciato sgomenti amici e familiari. A lanciare l’allarme è stato il compagno della giovane, Marco Cristofori, ora iscritto nel registro degli indagati per il reato di omicidio volontario. Secondo quanto riportato dall’uomo, avrebbe trovato la compagna senza vita nel bagno di casa, sostenendo che si fosse impiccata.
Tuttavia, gli inquirenti hanno subito espresso dubbi sulla versione fornita da Cristofori.
“Ci sono troppe incongruenze nel suo racconto,” fanno sapere fonti vicine alle indagini. Durante i sopralluoghi, le autorità hanno raccolto elementi che sembrano contrastare con la tesi del suicidio. I dettagli della scena e alcune testimonianze raccolte nei giorni successivi hanno portato gli investigatori a concentrarsi su Marco Cristoforo, che al momento resta sotto stretta osservazione.
Maria Cristina Pugliese, 27 anni, è stata trovata morta nella doccia della sua abitazione a Caldiero, in provincia di Verona. Il compagno quarantenne, che ha scoperto il corpo, ha riferito ai Carabinieri che la donna si sarebbe suicidata utilizzando il tubo flessibile della doccia. Tuttavia, la Procura di Verona ha aperto un'indagine per omicidio volontario, iscrivendo l'uomo nel registro degli indagati per consentirgli di esercitare tutte le garanzie di legge, inclusa la nomina di consulenti tecnici in vista dell'autopsia. Sono state già ascoltate persone informate sui fatti e l'abitazione è stata posta sotto sequestro per ulteriori accertamenti. Cristina Pugliese, giovane originaria di Marina di Gioiosa Ionica in Calabria, lascia una bambina di cinque anni.
Cosa è davvero accaduto a Maria Cristina Pugliese?
La vicenda di Caldiero è una tragedia che scuote profondamente la comunità locale e solleva interrogativi sulle circostanze della morte di Cristina Pugliese. La decisione della Procura di iscrivere il compagno della donna nel registro degli indagati per omicidio volontario, pur non rappresentando una condanna, ha l'obiettivo di garantire trasparenza nelle indagini e consentire all’uomo di nominare consulenti tecnici, partecipando attivamente alle verifiche.
Secondo il racconto del compagno, si sarebbe suicidata utilizzando il tubo flessibile della doccia. È stato lui stesso a contattare i Carabinieri per segnalare l'accaduto. Tuttavia, la Procura di Verona ha ritenuto necessario un approfondimento delle indagini, disponendo il sequestro dell’abitazione e avviando accertamenti sul contesto della morte, che appare insolito e richiede chiarimenti.
Disposta l'autopsia
La dinamica dei fatti e la natura del rapporto tra la vittima e il compagno saranno centrali nell’inchiesta, così come l’autopsia, che dovrà chiarire le cause del decesso. La comunità è scossa da questa tragedia, che lascia una bambina di soli cinque anni orfana della madre. L'attenzione si concentra ora non solo sull’accertamento della verità, ma anche sulla necessità di garantire il benessere e la protezione della figlia, profondamente segnata da questa drammatica perdita.