Il Piano di Rientro sanitario a cui è sottoposta la Regione Calabria da circa un decennio ha prodotto nelle Aziende Ospedaliere e Sanitarie Provinciali il blocco del turnover e la conseguente esternalizzazione di diversi servizi. Nella mattinata di ieri negli Uffici della Cittadella regionale di Catanzaro, il Commissario ad acta, Gen. Saverio Cotticelli, insieme ad altre Organizzazioni sindacali, ha incontrato la scrivente e una delegazione di lavoratori della Cooperativa SEATT. Ad attenderli fuori, un nutrito presidio in rappresentanza dei 54 lavoratori, occupati attualmente presso Servizi essenziali dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, che hanno già ricevuto la lettera di licenziamento, previsto per il prossimo 30 novembre. Il contratto della Cooperativa era scaduto nel mese di febbraio dell’anno corrente e, a seguito di autorizzazione da parte del Commissario Cotticelli, è stato prorogato “nelle more dell’individuazione di una Stazione appaltante che espleti la gara”. A tutt’oggi tali procedure sono ancora in itinere. I lavoratori ricevono invece lettera di licenziamento con decorrenza 30 Novembre 2019, ma la ratio che ha comportato la pregressa proroga dovrebbe ispirare la nuova, mentre pur rimanendo invariate le motivazioni rispetto a mesi fa si ritiene di non procedere al rinnovo. Facciamo presente che, interrompere un rapporto di collaborazione - che perdura da anni – in questa fase, ovvero nelle more dell’individuazione delle procedure di una nuova procedura di gara, non consentirebbe ai suddetti operatori di poter beneficiare della “Clausola di Salvaguardia”, diritto garantito dalla Legge, in base alla quale, gli stessi potrebbero essere assorbiti dalla società che risulterà aggiudicatrice del nuovo appalto. Gli scriventi, in qualità di rappresentanza Sindacale, evidenziano che l’ assenza del personale che attualmente espleta le attività di front office e back office presso Servizi indispensabili quali operatori degli sportelli Ticket e ritiro referti, addetti al C.U.P. del “Presidio Ospedaliero Annunziata” e del call center per le prenotazioni telefoniche, operatori amministrativi  presso l’Ufficio Protocollo e i Laboratori, solo per citarne alcuni, causerebbe inevitabili ripercussioni sull’erogazione dei servizi sanitari, a discapito anche e soprattutto degli utenti. A ciò si aggiunga che in una difficile realtà occupazionale quale è quella calabrese è auspicabile che ci si prodighi nell’adottare ogni misura possibile per far sì che non si perdano 54 posti di lavoro.