L'esodo dal Nord verso la Calabria ancora ad alto rischio
Il comportamento irresponsabile di migliaia e migliaia di calabresi che in preda al panico sono repentinamente ritornati in Calabria dal 22 febbraio sino ad oggi con bus stipati fino all'inverosimile, con aerei, auto e treni continuano a rappresentare per gli scienziati che studiano l'andamento del Coronavirus ancora un pericolo per le regioni del sud. Alcuni sono convinti che nella prossima settimana si potrebbe registrare una recrudescenza dei contagi mentre altri confidano che ciò non accadrà. Intanto il sindaco di Vibo valentia, Maria Limardo, ha reso noto di aver denunciato alle autorità competenti dei cittadini che, essendo giunti da Bergamo, non hanno ottemperato alle disposizioni di quarantena volontaria. "Persone poi risultate positive al coronavirus - si legge in una nota del Comune - e che hanno messo a repentaglio la salute pubblica con il loro comportamento irresponsabile". Ma in realtà quanti sono stati coloro i quali sono ritornati in Calabria. Una domanda che non potrà mai avere una risposta certa. Considerando che almeno 300.000 calabresi vivono al Nord conservando la residenza in Calabria e, fra questi, molti sono studenti universitari e lavoratori del mondo della scuola, è presumibile che la cifra sia effettivamente molto alta. Certamente molto più alta dei 5000 e passa calabresi che hanno dichiarato di essere rientrati in Calabria nei giorni scorsi. Ancora più stingente l'iniziativa presa dal primo cittadino di Diamante, il senatore Ernesto Magorno, che ha emanato una ordinanza che impone a tutti coloro i quali non risiedono abitualmente nel Comune di Diamante di lasciare il paese entro le 21.00 i questa sera. Una iniziativa dura e che certamente farà discutere ma che ben esprime il clima che si vive in questi giorni.