Unical, i modelli di antimafia sociale di Ciro Corona e don Pino Demasi
Si terranno domani, martedì 14 dicembre alle 18, e mercoledì 15 alle 17.30, due webinar organizzati dal progetto Pedagogia dell’Antimafia – attivo presso il Dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria – sui modelli di pedagogia dell’emancipazione e di antimafia sociale rappresentati dall’Officina delle Culture “Gelsomina Verde” di Scampia e dal Centro Polifunzionale “Padre Pino Puglisi” di Polistena.
A intervenire saranno, rispettivamente, Ciro Corona, fondatore e presidente dell’associazione R-Esistenza Anticamorra che opera nel Quartiere di Scampia, e don Pino Demasi, fondatore di Libera e storica guida dell’associazione antimafia nella Piana di Gioia Tauro. Gli incontri saranno introdotti da Giancarlo Costabile, ricercatore di Storia dell’Educazione presso il DiCES Unical, e conclusi da Gianfranco Bonofiglio, giornalista e scrittore.
I due seminari scientifici, in modalità aperta per rendere effettiva la Terza Missione dell’università, saranno trasmessi dalle seguenti piattaforme:
https://www.facebook.com/calabrianews24tv; https://www.youtube.com/c/CalabriaNews24
«Ciro Corona e don Pino Demasi, scrive Giancarlo Costabile, con le loro realizzazioni sociali sono tra i modelli più riusciti e coerenti di una pedagogia civile dell’antimafia in grado di farsi concretamente opera di ri-territorializzazione educativa.
Scampia e la Piana di Gioia Tauro, grazie al loro lavoro quotidiano, hanno sviluppato negli anni presìdi di resistenza civile attivissimi contro l’oppressione mafiosa.
Testimonianze ed esperienze del genere, che purtroppo la pandemia non ci sta consentendo di fare nei territori secondo il nostro decennale schema di lavoro sul campo, sono la dimostrazione plastica della forza dell’educazione quando la stessa assume una direzione di marcia verso il cambiamento sociale, e non verso la conservazione dello status quo.
La lotta alle mafie, conclude Costabile, deve diventare una grande azione pedagogica di massa con cui mettere in discussione la condizione di marginalità – e la relativa struttura del potere padronale che organizza la violenza anche nei luoghi istituzionali – in cui versano tanti territori del Mezzogiorno del Paese.»