Il Caso Lorica: Ombre, Contraddizioni e Ritardi nella Ricerca della Verità
Tra testimonianze pesanti, omissioni nei soccorsi e indagini rallentate, emergono nuovi dettagli sulla tragica morte di Ilaria Mirabelli e sul comportamento controverso dei protagonisti.
L'attenzione mediatica e lo stato delle indagini
L’attenzione mediatica sul tragico incidente di Lorica, costato la vita a Ilaria Mirabelli, è inevitabilmente calata col passare del tempo. Nel frattempo, la “battaglia giudiziaria” prosegue con accertamenti tecnici irripetibili. Le verifiche si sono concentrate inizialmente sulla Volkswagen Up di proprietà di Antonio Molinari, sottoposta a perizie presso il deposito di Ciccio Misasi e successivamente a Lorica, sul luogo del presunto incidente. Ulteriori accertamenti, cosi come riporta Iacchitè, sono stati effettuati sui dispositivi smartphone e su altri reperti trovati all’interno dell’auto, tra cui un capello e tracce di sangue, analizzati dai carabinieri del RIS.
Secondo quanto trapelato, entro il mese di dicembre scadranno i termini per il deposito della perizia da parte dei consulenti della procura: l’ingegnere Fausto Carelli Basile per gli aspetti tecnici e i dottori Bernardo Cavalcanti e Vannio Vercillo per quelli medici. Sebbene i risultati siano attesi a breve, è evidente a tutti che i tempi dell’indagine si stanno prolungando più del necessario.
Il Caso Lorica
Le testimonianze che mettono in crisi la versione dei fatti
Nei primi 30 giorni successivi ai fatti, RaiUno e Canale 5, con le trasmissioni “La Vita in Diretta” e “Pomeriggio Cinque”, hanno portato alla luce due testimoni che hanno già rilasciato dichiarazioni ai carabinieri del comando provinciale di Cosenza. I due – una donna e un uomo – affermano di aver visto Mario Molinari alla guida dell’auto in momenti distinti.
Uno dei testimoni ha riferito di aver visto Molinari al volante subito dopo un pranzo al ristorante “La Terrazza sull’Arvo”, mentre l’altro lo avrebbe visto sfrecciare a gran velocità in direzione Cosenza. Queste testimonianze, di grande peso, non smentiscono soltanto la versione fornita dai Molinari (padre e figlio), ma mettono in discussione anche il lavoro del maresciallo Luca Pagliara, vicecomandante della caserma di San Giovanni in Fiore.
Pagliara, autore dei rilievi effettuati a Lorica, avrebbe infatti verbalizzato che alla guida dell’auto si trovava Ilaria Mirabelli. Tuttavia, se verrà confermato che era invece Mario Molinari a condurre il veicolo, il maresciallo potrebbe essere indagato per le evidenti discrepanze. Si fa strada una narrativa che oppone “carabinieri buoni” a un presunto “carabiniere cattivo”, con dettagli ancora tutti da chiarire.
L’enigma della chiamata ai soccorsi
Oltre alla questione cruciale di chi fosse alla guida dell’auto, emerge un altro elemento importante che getta ombre sulla versione fornita dai Molinari: chi ha chiamato i soccorsi per Ilaria Mirabelli?
Il primo a intervenire è stato un vigile del fuoco di passaggio sul luogo dell’incidente. Quest’uomo, che lavora a San Giovanni in Fiore e il cui nome è noto agli inquirenti, ha chiamato la centrale dei vigili del fuoco intorno alle 17 per avvisare dell’incidente e della presenza di una donna a terra. Non era in servizio, ma ha comunque attivato la catena di emergenza: la centrale dei vigili del fuoco ha immediatamente contattato il 118, che ha smistato la chiamata alla zona interessata tramite il numero unico di emergenza. È quindi chiaro che Mario Molinari non ha chiamato i soccorsi e che nei momenti immediatamente successivi al presunto incidente era impegnato in altre attività.
Secondo i testimoni, Molinari è stato visto a torso nudo, intento a fare tutt’altro piuttosto che preoccuparsi di Ilaria. Si ipotizza che abbia contattato qualcuno, probabilmente il padre, ma non il 118.
La sequenza degli interventi
L’ambulanza del 118 di San Giovanni in Fiore, allertata dalla centrale operativa, è arrivata sul posto intorno alle 17:35. I sanitari hanno tentato di rianimare Ilaria con un defibrillatore, ma purtroppo la giovane era già deceduta. I vigili del fuoco di San Giovanni in Fiore, impegnati in un intervento sul monte Pettinascura, sono arrivati circa 50 minuti dopo l’ambulanza. Anche loro sono stati ascoltati in procura e hanno fornito dettagli importanti sul comportamento di Mario Molinari durante i drammatici momenti successivi all’incidente.
L’intervento del 118 è stato breve: Ilaria non aveva più speranze di essere salvata, mentre Mario Molinari, illeso, non ha richiesto il trasporto in ospedale e ha ricevuto supporto da altre persone giunte sul posto. Il corpo di Ilaria è rimasto sul luogo dell’incidente fino alle 23. Anche il maresciallo Luca Pagliara è arrivato sul posto, ma non è stato lui a chiamare i soccorsi. Tra le persone presenti c’era anche Antonio Molinari, visto in compagnia del maresciallo.
L’ultima menzogna e le ombre sull’indagine
Mario Molinari ha avvisato la famiglia di Ilaria solo alle 18:34, un’ora dopo l’arrivo dell’ambulanza, affermando falsamente che la ragazza era sull’ambulanza diretta all’ospedale di Cosenza. Sapeva perfettamente che Ilaria era già morta, ma sembra evidente che qualcuno gli abbia suggerito di prendere tempo. Questo ulteriore elemento alimenta le ombre su una vicenda complessa, che attende ancora risposte chiare da parte della magistratura.
Le indagini continuano, ma resta l’amaro in bocca per il tempo perso e per le tante domande ancora senza risposta.