Il via libera alla vendita di cibi take away è attesa da più di un italiano su tre (37%) che abitualmente consuma a casa o al lavoro, i menu preparati da ristoranti, pizzerie, fast food o agriturismi. È quanto afferma
la Coldiretti in riferimento alla possibilità di aggiungere alle consegne a domicilio anche la vendita di cibi per asporto, annunciata dal premier Giuseppe Conte per il 4 maggio in tutta Italia e già operativa in alcune regioni, dal Veneto alla Toscana.

"Un passo importante", per Coldiretti. Nei quasi due mesi di chiusura forzata in casa per le misure anti-Covid, la cucina è tornata ad essere il centro della vita quotidiana. Il risultato, dice Coldiretti, è stato che in controtendenza con il crollo generale dei consumi si è verificato un aumento record della spesa alimentare che fa registrare un balzo del 19% a marzo con una punta del 23% per i supermercati dove è avvenuta quasi la metà degli acquisti, secondo l'analisi Coldiretti su dati Ismea.

"Sugli acquisti al dettaglio - continua la Coldiretti - si è fatto sentire anche l'effetto accaparramento con quasi 4 italiani su 10 (38%) che hanno accumulato scorte in dispensa per paura della quarantena ma anche di trovare gli scaffali vuoti secondo l'indagine Coldiretti/Ixè". La riapertura degli esercizi di ristorazione, sottolinea quindi Coldiretti, avrebbe un effetto positivo a valanga sull'agroalimentare nazionale con gli acquisti di cibi e bevande per la preparazione dei menu che valgono almeno 20 miliardi all'anno.

La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell'emergenza coronavirus "era pari - riferisce Coldiretti - al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani per un valore di 85 miliardi di euro all'anno con il coinvolgimento di 50mla imprese con trecentomila lavoratori".

Coldiretti infine auspica un anticipo di fine lockdown per gli agriturismi che, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto, sono forse - sottolinea la Coldiretti - i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza.