Un momento del concerto in Piazza
Piazza Pitagora Capodanno 2023

La Calabria fa il bis a Capodanno: nuova tappa 2024, rischio o opportunità?

 

Il 2024 è agli sgoccioli e la Calabria è già pronta a salutare l’anno che sta per finire. Un “arrivederci” che risuona a livello nazionale,  nuovamente in prima linea per accompagnare gli italiani nella notte di San Silvestro. La regione Calabria dunque, come aveva già anticipato il Governatore Roberto Occhiuto, torna protagonista sugli schermi della Rai con l’edizione 2024 de “L’anno che verrà” questa volta a Reggio Calabria. Direttamente dal lungomare Falcomatà.

Uno spettacolo a cielo aperto pronto a bissare quello dello scorso anno, che ha visto la città di Pitagora, Crotone, abbracciare il grande pubblico in diretta nazionale e celebrare il Capodanno con Amadeus e una travolgente “ciurma” di artisti. Da Annalisa a Il Volo, da Sangiovanni al duo Paola e Chiara, tantissimi sono stati i cantanti che hanno animato il palco per l’ultimo dell’anno. Il programma, condotto per la nona volta dall’ex punta di diamante della Rai, ha registrato un successo straordinario: la puntata, infatti, è stata la più vista dell’ultima sera del 2023 con quasi 6 milioni i telespettatori e il 40,0 % di share. 

La Calabria fa il bis a Capodanno

 

Nuova tappa per il 2024, una destinazione da (ri)scoprire

Una regione tutta da scoprire, la Calabria, e un solo Capodanno non può di certo bastare per raccontare le bellezze che la caratterizzano. A discapito delle problematiche che sono all’ordine del giorno, nonostante i “vuoti” da riempire e le piaghe – sociali e non – che l’affliggono, la nostra terra sgomita per farsi conoscere e conquistare quello status immaginario, eppure reale per i calabresi che continuano a crederci, di regione che può e deve farcela. 

Il Capodanno Rai diventa pertanto esplorazione, la nuova tappa di un viaggio rivelatore: l’edizione 2024, in questo lungo itinerario che percorre l’intero territorio, si sposta verso la punta dello stivale, nella Città Metropolitana di Reggio Calabria, con lo Stretto di Messina da sfondo e il lungomare che fa da palco. Un luogo accattivante, punto strategico e d’incontro tra due culture, quella calabrese e quella siciliana, che convivono ormai da millenni. Il chilometro più bello d’Italia sarà protagonista, insieme ai tanti Big della musica e dello spettacolo, per il countdown più atteso dell’anno.

 

Il Capodanno per riscattare l’immagine della Calabria

Ad annunciare la scelta reggina è stato il Presidente Occhiuto, anche attraverso i suoi canali social: “dopo lo straordinario successo dello scorso anno a Crotone, con la Rai abbiamo deciso di fare il bis. Quest’anno, però, a Reggio Calabria” – ha dichiarato il governatore. Non solo Capodanno, però: Occhiuto ha evidenziato anche la presenza di servizi e di immagini della nostra terra in oltre cento programmi televisivi di Mamma Rai, in una massiccia azione di marketing pubblicitario in grado di “riscattare” il nome della regione. 

Amadeus

Una medaglia, due facce: questa è la Calabria, bellezza che va saputa conoscere e cogliere, che va sminuzzata e analizzata nel dettaglio, che va condivisa e promossa per occupare il posto che merita. Una visibilità, dunque, che può essere deterrente per riflettere su quelle “ombre” che l’affliggono: esporsi ai media, all’opinione pubblica, al commento e al discontento della gente, significa anche mostrare “tutto quello che non va”. 

 

SOS Calabria: una festa può bastare per risollevarci?

 

Una dicotomia profonda, tra i paesaggi mozzafiato e la fatiscenza dei servizi, che è necessario portare all’attenzione dell’occhio nazionale: che la bellezza dell’immagine che passa in televisione sia quel di più per far scaturire quelle domande scomode che, ogni giorno, da calabresi, ci poniamo. Come può una regione così bella, così ricca di storia e intrisa di cultura, essere la seconda in Europa a rischio povertà? Come possiamo sopperire alla stretta dell’emergenza sociale, sanitaria e occupazionale che ci sta soffocando? Sarà davvero il Capodanno nazionale a salvarci o dobbiamo sperare in altro?

Ai posteri, l’ardua sentenza: un evento non risolleverà le sorti della regione, ma potrebbe essere un punto di partenza, se ben congeniato, per aspirare a qualcosa di meglio. Per la Calabria e per i calabresi nonostante tutto, è vanto, è resilienza, è restanza: chi investe sulla Calabria investe sulla “capa tosta” di chi la abita, di coloro che, al netto dei problemi di questo spazio quasi dimenticato, lotta tutti i giorni per riabilitarne il nome e il destino.