Riceviamo e pubblichiamo:

 

Scrivo, guidata esclusivamente dalla voglia e dalla necessità di difendere gli ultimi ed in particolare, quelli della mia Terra, la mia Gente.
In questo momento una delle piaghe che viviamo in Calabria è l’offerta di Sanità, precisamente la organizzazione dell' offerta di servizi sanitari pubblici sui territori della Regione.
Possiamo con certezza vantarci di avere medici di alto profilo e personale paramedico ed ausiliario di grande professionalità ed umanità in Calabria, come non possiamo negare che a volte ci imbattiamo in persone che non hanno queste qualità, e, senza piangerci addosso, anzi, diciamo che abbiamo anche reparti d’eccellenza, con operatori sanitari ad alta valenza nazionale ed umanità di cui presto parlerò pubblicamente per vita vissuta in un recente momento triste della mia vita familiare.
Ritengo, che i commissari per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario, attuale e passato, stiano interpretando male il loro ruolo.
Perché non occorre distruggere la storia sanitaria dei nostri territori, ma, per ruolo istituzionale, eliminare gli sprechi, che invece continuano ad esserci, non tagliare servizi essenziali, ma, offrire maggiore organizzazione ad operatori, ammalati e famiglie, perché tocchiamo con mano, che si è superato ogni immaginabile livello di incapacità dei vertici tecnici mentre registriamo contemporaneamente la abdicazione della Politica.
E’ arrivato il momento di avviare una determinata rivoluzione pacifica, silenziosa, per pretendere sanità e servizi sanitari adeguati all’ anno 2020 ed alle caratteristiche sociali del nostro territorio, stiamo sfiorando la perdita di dignità regionale.
Attiverò un percorso che partirà dal Ministero competente, molto attento alla risposta sanitaria sui territori, chiedendo di avviare una immediata verifica tesa a rendere trasparente i parametri finanziari e di costo e beneficio, rispetto ai quali si stanno annunciando ed operando tagli a servizi essenziali che, se attuati, inciderebbero sulla sicurezza e sulla pubblica incolumità non garantendo il fine pubblico della stessa spesa sanitaria.
Ben vengano i tagli se, i commissari, attuale e passato, li rivolgessero, con tanto coraggio, a demolire eventuali lobby di interesse sanitario e farmaceutico, a verificare i servizi di trasporto e le cabine di regia per le chiamate di emergenza, gli sprechi nella organizzazione di servizi che vedono autisti che partono da oltre 30 chilometri, senza ambulanza e, una volta arrivati al deposito, vanno con questa, comandati, incredibile, a recuperare gli infermieri facendo altri 40 chilometri mentre il paziente aspetta e spera di farcela!!!
Verifichi, commissario, prima che sia troppo tardi, cosa subiscono quotidianamente gli eroi medici ed infermieri nelle strutture del pronto soccorso, quando in due devono fare fronte a decine e decine di emergenze, mettendo in pericolo la incolumità del paziente ed esponendo la loro.
Verifichi il Commissario gli acquisti di farmaci ed attrezzature, verifichi l’utilizzo del personale, vada nelle trincee a verificare le condizioni in cui sono costretti, quasi a perdere la dignità, ammalati, le loro famiglie e gli stessi operatori sanitari, faccia in modo che la siringa che viene usata a Castrovillari costi allo stesso modo di quella che usano a Vibo, metta in sicurezza le ambulanze e l’ingresso del pronto soccorso, realizzi l’apertura di sale operatorie pronte ed arredate da mesi se non da anni, formi il personale che ne chiede la possibilità, assuma coloro i quali aspettano da anni nel diritto conquistato, ma giù le mani dai servizi per salvare vite umane e per evitare che le famiglie si indebitino per spostamenti evitabili.
Consideri l’enorme patrimonio immobiliare, strumentale e professionale che è presente nella realtà del nosocomio del Pollino, come in tanti altri della regione, molti chiusi e molti semiaperti, faccia chiudere le luci ed il riscaldamento negli ambienti in cui, lei e chi l' ha preceduta, ha spento speranze di salute e di lavoro, vedrà commissario, recupererà molto di più di quanto taglia con la chiusura del reparto di Pediatria e con il balletto ridicolo della apertura/chiusura del Reparto di Ortopedia.
Venga commissario a verificare in che condizioni prestano cure ed operano i medici e gli infermieri dei reparti di reumatologia e di oncologia, che offrono terapie salvavita quotidiane ad ammalati che insieme a loro pretendono dignità.
Signor Commissario la Gente, il Ministero stesso, chiede di ottimizzare le strutture esistenti rendendole produttive, di individuare chi lavora, i più, premiandoli anche soltanto mettendoli in condizione di continuare a farlo, e perseguire chi non lavora convincendoli, con gli strumenti che ha a disposizione, che è giusto che il pane si guadagni con il lavoro, tanto cercato quando non si ha.
Certo ci vuole coraggio, ma non è giustificabile, ripeto, questo gioco dell’oca con la salute della gente.
Al Ministero chiederò di verificare come si fa in un Ospedale di frontiera sanitaria come Castrovillari, per la presenza a cinque chilometri dell' Autostrada del Mediterraneo che, purtroppo, avvia verso il pronto soccorso , centinaia di traumatizzati gravi, come si fa, a chiudere il reparto di ortopedia, far finta di riaprirlo e richiuderlo, quasi partecipando al gioco dell’oca, andando avanti ed indietro per le caselle, un reparto, purtroppo, più che produttivo che ha costituito, con gli altri, la storia del nostro Ospedale.
Come si fa a giustificare la preannunciata chiusura ora del Reparto di Pediatria, riferimento professionalmente e socialmente insostituibile per l’eccellenza che storicamente ha espresso ed esprime, con quale parametro Commissario, la scelta, sappia che non attendevamo che qualcuno venisse catapultato per portarci gli specchietti di Colombo, realizzando buio pesto senza raggiungere le finalità di nomina.
Può sembrare una sfida tra Davide e Golia, ma non c’è Golia che tenga davanti alla tutela dei diritti delle persone, soprattutto quelle che soffrono e quelle che operano quotidianamente con spirito di abnegazione per il supremo bene comune.
Con questa lettera aperta, chiedo al commissario di congelare scelte non recuperabili negli effetti dannosi ed al Ministero di realizzare uno step di controllo delle valutazione fatte da un uomo solo al comando.
Da oggi commissario avremo, almeno 39 Comunità che, senza montare il solito palcoscenico, saranno attente a difendere con civiltà e nell’ambito del diritto alla salute.
Roma, 02 dicembre 2019
Maria Saladino
Presiedente Nazionale
Associazione Piazza Dem