1 Maggio, la Festa dei Lavoratori: storia e origini
Non è solo un giorno di ferie tra i primi tepori di maggio: la Festa dei Lavoratori è una ricorrenza storica ideata nel dal 1889, quando venne ratificata a Parigi dalla Seconda Internazionale, un’organizzazione che aveva lo scopo di coordinare i sindacati e i partiti operai e socialisti europei.
Ci vollero due anni per essere introdotta anche in Italia, dopo di ciò questa festa è diventata un giorno simbolico e pieno di significato, che ricorda anni di rivolte e manifestazioni da parte degli operai delle fabbriche, protagonisti degli anni della Rivoluzione industriale.
Il periodo in cui è stata immessa questa festività, riguarda momenti di tensioni e di lotte per i diritti, che hanno visto importanti cambiamenti all’interno delle politiche di Paesi in tutto il mondo, dall’Europa fino agli Stati Uniti.
Qualche anno prima, infatti, nel 1886, fu approvata a Chicago, in Illinois, la prima legge del tetto massimo di otto ore lavorative giornaliere. Pian piano questa legge prese piede nella maggior parte dei territori occidentali, diventando una delle diverse normative che regolano il lavoro pubblico e privato.
Caratteristica di quell’anno fu uno dei più grandi scioperi degli operai, in particolare nella fabbrica di mietitrici McCormick: che vide oltre 12mila fabbriche negli Stati Uniti ferme, con 400mila lavoratori. Quell’avvenimento ospitò un corteo a Chicago di 80mila operai, ricordato per i risvolti drammatici dovuti ai sanguinosi scontri tra poliziotti e anarchici. Furono diversi, infatti, i morti e i feriti, di entrambe le parti.
La Festa dei Lavoratori fu sospesa in Italia per tutto il ventennio fascista, dal 1924, per poi riprendere nel 1947, anno in cui definì gli ideali di diritto del lavoratore e di libertà di sciopero, mantenuti fino ad oggi.