Un uomo è stato arrestato e posto agli arresti domiciliari dai carabinieri della Compagnia di Soverato, nel catanzarese, per aver incendiato un motociclo e danneggiato due automobili, presumibilmente come ritorsione per presunte angherie subite da una conoscente. 

Un arresto per ritorsione

L'arresto è avvenuto in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catanzaro su richiesta della Procura del capoluogo. Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Operativo Radiomobile, sono state avviate lo scorso ottobre, a seguito dell'incendio che ha distrutto un motociclo e danneggiato parzialmente due auto, con le fiamme che si sono propagate alla facciata di un condominio. Secondo quanto emerso, l'uomo avrebbe utilizzato della diavolina per innescare le fiamme.

Ritorsione, cosa accade a chi la compie

Il reato di ritorsione non è espressamente previsto come fattispecie autonoma nel codice penale italiano, ma comportamenti riconducibili a ritorsioni possono essere puniti sotto altre qualificazioni giuridiche, a seconda della condotta e delle conseguenze. La ritorsione è generalmente intesa come un atto vendicativo, finalizzato a danneggiare qualcuno per un presunto torto subito.

Ad esempio, un comportamento che porta alla distruzione di beni mobili o immobili può configurarsi come danneggiamento aggravato, specialmente se realizzato con modalità pericolose, come l'appiccamento di un incendio. Se le fiamme mettono in pericolo persone o altri beni, l'atto può essere qualificato come incendio doloso, un reato particolarmente grave. Nei casi in cui la ritorsione faccia parte di un comportamento reiterato che provoca nella vittima uno stato di ansia o paura, o ne altera le abitudini di vita, potrebbe invece configurarsi il reato di stalking.

Quando l'azione mira a costringere la vittima a fare o non fare qualcosa contro la sua volontà, si può parlare di violenza privata. Se invece si registrano danni fisici alla vittima, il reato contestabile potrebbe essere quello di lesioni personali. Anche la minaccia o la molestia, se presenti, possono rientrare nella qualificazione penale.

La ritorsione aggrava la responsabilità penale

Il movente della ritorsione, pur non essendo punito come "vendetta", è rilevante per dimostrare la premeditazione o l'intenzionalità, aggravando la responsabilità penale. Le conseguenze delle azioni, siano esse patrimoniali, fisiche o psicologiche, influiscono ulteriormente sulla gravità del reato e sulle pene applicabili. Ogni caso di ritorsione viene esaminato nel contesto specifico per identificare la qualificazione giuridica più appropriata.