Gestori di hotel e villaggi sul piede di guerra
Sono oltre 200 i gestori indipendenti di hotel e villaggi di tutta Italia e più di 20 le società che gestiscono dalle sei alle 15 strutture ricettive, tra cui Garibaldi Hotels, Buone Vacanze, Allegroitalia, Futura Gestioni, Apulia Hotels, GreenBlu e Class Hotel che fanno sentire la loro voce e hanno deciso di scrivere al Ministro Franceschini. Gli imprenditori, che rappresentano il 40% del mercato alberghiero italiano, hanno espresso attraverso la missiva grande preoccupazione per le misure, inserite nella bozza del Decreto Maggio, giudicate inconsistenti e pericolose per il settore.
Secondo i rappresentanti delle aziende, le soluzioni paventate dal Governo sul nodo delle locazioni e affitti d’azienda risultano inaccettabili e mettono a rischio il futuro di molte società.
“Ci troviamo a ridosso della stagione estiva - ha detto Fabrizio Prete, Direttore Generale Garibaldi Hotels - e ci troviamo con delle ipotesi del tutto inopportune che non permetteranno non solo di affrontare le aperture stagionali ma neanche di sostenere l’impatto determinato dal Covid-19 nel futuro delle aziende”,
Definita inoltre inadeguata la proposta del credito d’imposta del 60% sul canone annuo di affitto.I gestori, quindi, sarebbero costretti a pagare comunque l’intero affitto previsto dai contratti di locazione o di affitto d’azienda, senza alcun aiuto finanziario.
“ Tutti i contratti commerciali nazionali e ester - ha dichiarato Franco Falcone, Presidente di Buine Vacanze - sono stati annullati cosi come gli acconti stabiliti, le caparre versate dai clienti restituite con un quadro finanziario aziendale irreversibile”.
Altro grosso problema è l’aspetto finanziario per i gestori alberghieri che si trovano di fronte alla difficile applicazione del decreto liquidità, demandata alle banche, le quali potrebbero non finanzierare aziende appartenenti ad un settore tra i più colpiti da questa emergenza. La bozza del decreto non prevede alcun meccanismo relativo all’utilizzo del credito d’imposta sia per quanto riguarda la tempistica sia per la modalità.
Gli operatori del settore, quindi, hanno lanciato un grido di allarme poiché le misure, che potrebbero sembrare cospicue, per gli addetti ai lavori sono purtroppo l’ennesimo errore, che potrebbe compromettere definitivamente la sopravvivenza di molte imprese italiane.