Dai bagni pubblici di Milano al distributore di benzina: l'impero economico del nipote di Mancuso
La ristrutturazione dei bagni della metropolitana e gli investimenti immobiliari in Calabria e poi, l’ultimo arrivato, l’acquisto occulto di un distributore di benzina in viale Fulvio Testi 200 a Milano.

“A Milano nessuno fa niente contro di lui, mettetevelo in testa!”. Queste parole erano emerse durante l’intercettazione di uno dei soci di Francesco Orazio Desiderato, considerabile un vero e proprio “CEO” della ‘ndrangheta, o, per meglio dire, della «G. Group srl», formalmente intestata al suo prestanome Saverio Lo Mastro. Società che ha messo mano fin sotto ai piedi del Duomo di Milano, in una vera e propria azione di riciclaggio dei ricavi del narcotraffico. Questi sono i sottotitoli dei lavori di ristrutturazione dei bagni pubblici nella fermata Duomo, celebrate anche durante il Fuorisalone con la realizzazione del pittoresco e artistico «Tokyo toilet». Città, quella di Milano, che ha recentemente visto uno dei nuovi investimenti di Desiderato, quello di un distributore di benzina lungo viale Fulvio Testi. Ma chi è Francesco Orazio Desiderato? E perché il suo socio lo definì “intoccabile”? Eppure il suo nome è visibile in tutte le inchieste di narcotraffico del milanese. Anche se sfiorato, la sua presenza sembra costante.
Francesco Orazio Desiderato
Nipote del capocosca di Limbadi, Antonio Mancuso, la fama di Desiderato, 50 anni, si contraddistingue per una particolare condizione di salute. Egli – infatti - è affetto da una rara patologia incurabile, che gli permette di beneficiare (per le cure quotidiane a cui deve sottoporsi) degli arresti domiciliari, nonostante i 30 anni complessivi da scontare. Attraverso false fatture, Desiderato trafficava e reinvestiva denaro con società di comodo o affari immobiliari, in particolar modo con l’avvento del Covid. Al centro degli investimenti di Desiderato, l’affare del Superbonus, ove acquistò ponteggi per un importo di 70 mila euro da cui ricavò – secondo la Procura – ben 250 mila euro solo dal successivo “noleggio”. La ristrutturazione dei bagni della metropolitana e gli investimenti immobiliari in Calabria e poi, l’ultimo arrivato, l’acquisto occulto di un distributore di benzina in viale Fulvio Testi 200 a Milano.
L’investimento del distributore a Milano
Secondo le indagini che hanno ricostruito tutte le fasi dell’acquisizione del distributore di carburanti da parte di Desiderato, grazie a intercettazioni nell’ufficio dell’autodemolitore di via Girardengo, il nipote di Mancuso, con il supporto di Massimiliano Crocco, suo braccio destro, ha mostrato un forte interesse per l’acquisto, arrivando a minacciare la concorrenza. Dopo un primo contatto il 5 gennaio 2022, ha accelerato i piani, cercando un prestanome “pulito” per la gestione dell’attività, individuando nella figlia 21enne della compagna la candidata ideale. Per finanziare l’operazione, Desiderato ha usato i suoi orologi come garanzia per un prestito e ha aperto un conto corrente per la nuova attività. A marzo 2022 ha organizzato l’apertura della partita IVA e selezionato il personale, tra cui Pietro Valente e Crocco. Tuttavia, Saverio Lo Mastro ha espresso preoccupazioni sui rischi legali, temendo conseguenze giudiziarie a causa dell’eccessiva esposizione finanziaria e dell’uso di una giovane inesperta come prestanome. A maggio, la situazione si è complicata per i litigi tra Desiderato e la compagna, che potevano compromettere il piano. Per precauzione, Marco Roberto De Gaetano si è proposto come alternativa nella gestione della partita IVA, ma alla fine nulla è cambiato. Nonostante i problemi interni, a luglio sono stati acquistati nuovi allestimenti per il distributore. Tuttavia, Desiderato si è sentito ingannato dagli ex gestori, avendo investito 100mila euro per un tunnel di autolavaggio senza ottenere i guadagni sperati, sfociando in nuovi scontri. (F.A.)