La speciale accoglienza di San Giovanni in Fiore, capitale della Sila
Le temperature si abbassano e lentamente cambia il paesaggio. Si incorniciano le strade di bianco nella fitta boschiglia che sembra abbracciare e accogliere chi le attraversa. In lontananza eccolo, il borgo silano più famoso della Calabria: siamo a San Giovanni in Fiore. Case raccolte su loro stesse che legano i cittadini tra di loro. Entrando siamo accolti da piccoli locali commerciali gestiti dalla gente del posto, invitanti nelle loro vetrine addobbate. Ci fermiamo a prendere un caffè e iniziamo a chiedere qualche luogo da visitare, un negoziante del posto ci indica l’Abbazia Florense, edificio portante della tradizione sangiovannese. Incamminandoci verso il centro storico, non possiamo non notare le luminarie che impreziosiscono le vie di colori dorati, lasciando a chi le guarda quel magico tocco natalizio che solo un borgo di montagna può conservare. Poco più avanti ci troviamo di fronte l’imponente Abbazia Florense, dandoci ufficialmente il benvenuto a San Giovanni in Fiore. Tra le sue mura essa conserva tutta la tradizione secolare della cristianità e religiosità calabrese. Un passante del posto ci vede curiosi, ne approfitta per regalarci qualche accenno storico: il monastero, infatti, ha una valenza non solo spirituale, ma anche culturale, poiché tempio del noto Gioacchino da Fiore, che battezzo quei luoghi con il nome dell’evangelista apocalittico. La tradizione narra che Gioacchino percorse il fiume Corace fino ad arrivare a Celico. Passando per il punto in cui sorgerà poi l’Abbazia di Santa Maria di Corazzo, incontrò un misterioso monaco greco che gli commentò la parabola dei talenti. Esso fondò in quella terra il suo primo ordine florense, divenendo così uno degli edifici più importanti della tradizione calabrese. Il complesso abaziale ne conserva l’austerità tipicamente romanica, mentre la forma allungata della navata unica ne regala un tocco ancora più severo. Ai piedi di quel fulcro spirituale, si estendono a macchia d’olio i Mercatini di Natale, evento portante dei costumi della capitale silana. Musica e dolciumi riscaldano quel clima tipicamente montuoso, donando a chi ne passa un tuffo nella magia natalizia. Una delle bancarelle sembra stregarci: un profumo travolgente sembra costringerci a fermarci. Un misto di cannella, liquori e mandarini: un aroma che ricorda l’infanzia, un dolce talmente particolare da avere un’impronta tipicamente calabrese. Non possiamo fare a meno di chiedere il nome e la ricetta di questo sapore così unico, la risposta alla nostra richiesta ci lascia davvero di stucco! Sarà un cittadino davvero speciale, infatti, a darci non solo la ricetta, ma a prenderci per mano e portarci direttamente a casa sua. Non vi sveleremo né il nome del dolce, né la persona con cui ci sporcheremo le mani di farina. Rimanete con noi per preparare insieme questa leccornia made in Calabria!