Un'importante scoperta naturalistica segna il 2025 per l'altopiano della Sila: l'aquila reale è tornata a nidificare in questa area, un evento mai documentato prima. A confermarlo è uno studio condotto dal Comitato Italiano Protezione Uccelli Rapaci (Cipr), in collaborazione con l'Ente Parco Nazionale della Sila e il Reparto Carabinieri Parco Nazionale della Sila.

La scoperta della nidificazione

Il nido dell'aquila reale è stato individuato in una zona caratterizzata da profonde vallate e foreste mature, situata all'interno della Riserva della Biosfera MaB-Unesco e in siti afferenti alla Rete Natura 2000. L'osservazione è stata effettuata mediante tecniche avanzate di censimento visivo e strumentazione fotografica, permettendo di confermare la presenza stabile della specie.

Un evento discusso nella sede del Parco

I risultati dello studio sono stati presentati in un incontro tenutosi presso la sede del Parco a Lorica, in provincia di Cosenza, nell’ambito di una manifestazione dedicata alla fotografia naturalistica. Alla discussione hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine, tra cui il presidente del Parco, Francesco Curcio, il direttore Ilario Treccosti, la presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, il tenente colonnello Angelo Roseti dell'Arma dei Carabinieri Forestali e la presidente del Cipr, Nicoletta Boldrini.

Un passo avanti per la conservazione della specie

Il successo riproduttivo dell’aquila reale è stato confermato nella tarda estate, quando un giovane esemplare ha preso il volo dal nido. Questo evento rappresenta un segnale positivo per la biodiversità della Sila e un progresso significativo per la conoscenza e la tutela della specie in Calabria.

Fino ad ora, la presenza dell’aquila reale sull'altopiano calabrese era documentata solo come quella di un esemplare migratore occasionale o svernante irregolare. La scoperta della nidificazione sottolinea la necessità di approfondire gli studi sull’ecologia di questa specie e di avviare nuove strategie di conservazione per garantire la sua permanenza nel territorio silano.