Una soleggiata domenica di maggio tramutata in una tragedia immane che ha segnato inequivocabilmente la memoria italiana: sopravviene l’anniversario del crollo della funivia Stresa-Mottarone, che vide la morte di 14 persone, costituendo una strage che viene ricordata con estremo sgomento.

Erano le 12.20 del 23 maggio 2021, agli albori dei rallentamenti per la morsa del Covid. Lo stabilimento di Mottarone pullulava di turisti quel giorno: nessuno avrebbe mai pensato che quel pomeriggio di svago sarebbe tramutato in tragedia: la cabina numero 3 era quasi salita a monte quando, d’un tratto, si arrestò per poi precipitare indietro causando una folle corsa che uccise 13 persone sul colpo.

In quel drammatico impatto rimase coinvolta anche una ragazza del cosentino, Serena Cosentino, di 27 anni, che si trovava nel Mottarone con il fidanzato dopo aver vinto una borsa di studio all’istituto di Idrobiologia del Cnr, a Verbania.

 

Furono quattordici gli indagati: protagonisti dell'inchiesta sono il gestore dell'impianto, Luigi Nerini, il direttore di esercizio della funivia Enrico Perocchio e il caposervizio Gabriele Tadini.

La vertenza sull'accusa è di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Secondo la Procura di Verbania, a causare il crollo dopo la rottura del cavo, sono stati dei forchettoni inseriti di proposito per evitare l'interruzione della cabina durante il tragitto.

Una stela di pietra sarà collocata nel punto esatto dove avvenne quel terribile schianto, per poter rendere vivo quel ricordo che non tramonterà mai.