Aspromonte – La terra degli ultimi, è un film di Mimmo Calopresti, uscito nelle sale lo scorso 21 Novembre.

Il racconto è ambientato ad Africo, nel 1951, un borgo aspromontano coinvolto nella miseria e dalla mentalità troppo chiusa. Il regista mette in risalto diverse tematiche, purtroppo ancora molto attuali, dal modo in cui si affrontano i problemi, alla volontà di rivolgersi costantemente al “Prefetto” , che proprio non aveva voglia di risolverli quei problemi. L’ Africo del 1951, rappresenta ancora ed in pieno la Calabria di oggi, una resa collettiva ad un sistema bloccato, costantemente in povertà, col prepotente “Don Totò” di turno, sempre dietro l’angolo, sempre pronto a bloccare il progresso, perchè la gente deve avere bisogno di lui, “per come siamo messi pure uno come lui c’ha un senso”.



La realtà ci dice che la Calabria non ha isole felici. Africo rifiutava la cultura, l’Aspromonte voleva operai per migliorare la loro qualità di vita, “con la carta non si mangia”,  ma la maestra arrivata da Como cercò di fargli capire che c’era bisogno di aprire la mente, ecco, anche da questo punto di vista è cambiato ben poco. Siamo ancora gli ultimi, dal politico delle promesse non mantenute al progresso che ci viene forzatamente bloccato, con i giovani capaci costretti ad emigrare per colpa di chi qui non ci vuole, perchè il “Don Totò” , anche non essendo capace, deve gestire tutto lui e a noi ci sta bene, specialmente se siamo disoccupati, disperati e costretti a subire le sue iniziative. Qui ci ricolleghiamo ad un Africo costruito materialmente male, difatti venne totalmente annientato dall’alluvione del 1951, un po’ come sta succedendo negli ultimi anni, un abusivismo edilizio dilagante che continua a mietere vittime, e cosa più grave, in procinto di ulteriore crescita.



“La fatica di questa gente merita rispetto”,  e pure la nostra oggi lo meriterebbe. La Calabria ha i suoi freni, insostituibili, irremovibili, per colpa di chi dall’alto dovrebbe esserci ma non c’è, ed allora nascono i “capi”, violenti, ignoranti e prepotenti, proprio perchè non abbiamo altro. Siamo tutti Africo, oggi ancora di più.

 

 

 

A cura di Meteocalabria.net