babbo natale viaggi dalla calabria

Le festività natalizie si avvicinano e per i calabresi che vivono lontano, tornare a casa si trasforma ogni anno in un’odissea degna di un reality show in prima serata. Tra infrastrutture obsolete e tariffe di voli e treni che sembrano ideate da un comitato della lotteria, rientrare in Calabria risulta più complicato che organizzare una missione su Marte. Ma Natale è sempre Natale, e il richiamo del focolare domestico, in questo periodo, diventa irresistibile. Ritornare, anche solo per pochi giorni per riabbracciare i propri affetti, è il desiderio di tutti gli emigranti. Costi quel che costi, e qualcuno questo lo ha preso alla lettera. Infatti insieme a turdiddri, decorazioni e presepi, per i calabresi si si rinnova, in questo periodo, un’altra “tradizione” poco gradita: l’aumento delle tariffe dei biglietti. Un’usanza che tutti i calabresi farebbero volentieri a meno di celebrare: sopportare, per i già precari bilanci familiari, costosi aumenti delle tariffe di viaggio per far ritorno a casa, significa, per molti, rinunciare a qualcosa altro.

L’unico a non preoccuparsi delle tariffe per raggiungere la Calabria è Babbo Natale: le sue renne non consumano carburante né necessitano di biglietti. Se anche lui fosse costretto a prenotare un volo per la Calabria, probabilmente avrebbe già cancellato il Natale. Per tutti gli altri, invece, acquistare un biglietto per Lamezia, Reggio Calabria o Crotone significa affrontare una scelta dolorosa: abbracciare la famiglia o mettere il conto in banca in rosso? A conti fatti, queste tariffe pesano più dei regali sotto l’albero.

Aeroporto di Crotone: il lusso per pochi eletti

L’aeroporto di Sant’Anna è una meta esclusiva, riservata a chi può permettersi un biglietto che da Roma supera i 300 euro e dalla Lombardia arriva a sfiorare i 450. Al confronto, un viaggio sulla Luna sembra quasi conveniente.

Aeroporto Reggio Calabria: il “low-cost” che fa piangere il portafoglio

Nonostante le nuove rotte, il Tito Minniti resta fedele alla tradizione dei rincari natalizi. Da Milano o Roma si parte da cifre superiori ai 300 euro, con picchi che sfiorano i 400. Forse Babbo Natale dovrebbe davvero lanciare una compagnia aerea low-cost, sfruttando le sue renne per abbattere i costi.

Aeroporto Lamezia Terme: il “meno caro” (ma comunque salato)

Lamezia è l’opzione più “economica”: da Roma si trovano biglietti tra i 110 e i 140 euro, mentre da Milano si parte da 250 euro in su. Sempre che si riesca a prenotare in tempo.

Chi spera di risparmiare scegliendo il treno rischia una cocente delusione. Trenitalia e Italo sembrano gareggiare a chi aumenta di più i prezzi: +66% per Trenitalia, +30% per Italo. Il tutto condito da pochi posti disponibili, tempi di percorrenza incerti, guasti frequenti e ritardi cronici. In pratica, l’unica cosa puntuale in Calabria è l’aumento delle tariffe.

E mentre il rincaro dei trasporti è una certezza, il presidente Roberto Occhiuto presenta soluzioni che, com’è suo stile, invece di risolvere aggravano i problemi. L’ultima trovata? Una gara da 47 milioni di euro vinta da Ryanair per promuovere il turismo in Calabria. Peccato che i turisti, una volta incantati dalla bellezza della regione, difficilmente potranno permettersi di raggiungerla. Ma questo poco conta, rendere la Calabria raggiungibile a prezzi sostenibili non rientra nelle priorità del presidente Occhiuto che continua a diffondere un marketing da sogno, mentre la realtà è fatta da trasporti da incubo.

Affrontare seriamente i problemi infrastrutturali sarebbe il miracolo natalizio che i calabresi attendono da anni. Ma si preferisce sognare ponti sullo Stretto o campagne promozionali faraoniche, dimenticando chi vuole semplicemente tornare a casa senza svuotare il conto corrente. Ma forse è chiedere troppo. Intanto, chi può prenoti subito. Gli altri? Non resta che sperare in Babbo Natale. Magari quest’anno porterà un biglietto low-cost sotto l’albero.