Per le persone allergiche il vaccino ad hoc può essere un salvavita, ma su 6 milioni di italiani allergici che potrebbero usufruirne - su un totale di 12 milioni - solo il 2% opta per la somministrazione, anche a causa della mancata rimborsabilità in varie Regioni.Un 'paradosso', affermano gli allergologici, che espone ad alti rischi e determina un costo notevole per il Ssn.

 

In Italia l'immunoterapia specifica, ovvero il vaccino, resta dunque una chimera per milioni di pazienti, sebbene nelle linee guida internazionali venga indicata come la migliore terapia per un allergico su due, sia per le allergie respiratorie sia per quelle alle punture d'insetto.

 

E' infatti l'unico trattamento in grado di fermare l'escalation di sintomi infiammatori che porta all'asma, una condizione che nel nostro Paese, nei casi più gravi, causa quasi 300 vittime ogni anno.
Oggi l'impiego del vaccino è fortemente limitato soprattutto dai costi, perché nella maggior parte delle Regioni (in pratica tutto il Centro Sud) questo trattamento è a totale carico dei pazienti, con una spesa di 500/600 euro l'anno.

 

Pesano anche la scarsa conoscenza delle malattie allergiche e la mancanza di un'adeguata rete di assistenza. Eppure la diffusione delle allergie è in continuo aumento.

 

Secondo l'Oms sono circa 350 milioni le persone al mondo che soffrono di allergie respiratorie. Sono più di 1.000 globalmente i morti al giorno per asma, circa 300 l'anno in Italia, molti dei quali evitabili se i pazienti fossero trattati nella maniera efficace.

 

La previsione è che entro il 2050 quasi la metà della popolazione soffrirà di qualche forma di allergia, complici il cambiamento climatico e l'inquinamento. Nel nostro Paese circa il 10% degli under 14 soffre di asma e l'80% di questi è allergico. I costi diretti dell'asma rappresentano l'1-2% della spesa sanitaria italiana.
 

L'immunoterapia allergene specifica, ovvero il vaccino, è "una terapia desensibilizzante che può davvero cambiare il decorso della malattia - spiega Mario Di Gioacchino, presidente Siaaic -. Consiste in dosi progressivamente crescenti dell'allergene verso cui il paziente è sensibilizzato. In tal modo si sviluppa una attiva tolleranza immunitaria, con produzione di anticorpi protettivi verso lo stesso allergene.
 

Tale effetto si mantiene per molti anni dopo la sospensione del trattamento che dura 3-4 anni". A limitare l'impiego dei vaccini sono tuttavia molteplici ragioni.

 

"Certamente il problema dei costi, nelle Regioni nelle quali questo trattamento è a totale carico dei pazienti, rappresenta una forte limitazione - dichiara Di Gioacchino -.

 

Esiste una situazione a macchia di leopardo a causa della mancanza di una legislazione che regoli la rimborsabilità in modo uniforme. La decisione se erogare e in che misura i vaccini dipende dalle singole Regioni, con un'inaccettabile difformità di trattamento di una malattia cronica la cui cura dovrebbe essere inserita invece nei Lea".
 

Inoltre, sebbene le malattie allergiche colpiscano ormai il 20% della popolazione e siano in continuo aumento, determinando un grande carico assistenziale, "l'assistenza allergologica è fortemente ridimensionata ovunque", sottolinea l'esperto.

 

Le società scientifiche di settore chiedono dunque che le allergie trovino un posto nell'agenda di governo: "Auspichiamo che la Missione 6 del Pnrr riservi peculiare attenzione al ruolo dello specialista in Allergologia, considerando una grave mancanza che la figura dell'allergologo non venga mai compresa tra i professionisti chiamati a fornire assistenza nelle case della comunità", sottolinea il presidente Siaaic.

 

 

"Sollecitiamo poi l'inserimento dei vaccini tra i trattamenti autorizzati da Aifa come unica terapia in grado di modificare la storia naturale delle allergie e - conclude - l'implementazione di una rete nazionale per il monitoraggio di pollini allergenici e spore fungine".




Per questo, in occasione del congresso della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic) a Bologna, gli specialisti chiedono che il problema sanitario delle allergie, oggi "banalizzato", diventi una priorità nell'agenda politica.