Droga e cellulari nel carcere di Rossano, persiste problema
Nel carcere di Rossano continuano a emergere episodi preoccupanti di introduzione illegale di droga e telefoni cellulari. L'ultima scoperta, avvenuta subito dopo l'Epifania, ha portato al ritrovamento di un centinaio di dispositivi mobili e di quantitativi significativi di hashish, abilmente nascosti e messi a disposizione dei detenuti. Questo risultato è frutto di un'operazione accurata condotta dagli agenti della Polizia Penitenziaria, con il supporto fondamentale delle unità cinofile.
Un fenomeno persistente
Nonostante l’impegno incessante delle forze dell’ordine e le continue perquisizioni, il fenomeno non sembra attenuarsi. Il carcere di Rossano si conferma uno degli istituti dove la presenza di strumenti di comunicazione non autorizzati e sostanze stupefacenti rappresenta un problema strutturale. Le scoperte di droga e cellulari, infatti, si susseguono con una frequenza allarmante, mettendo in luce le difficoltà nel contenere questi flussi illegali all'interno del sistema carcerario.
Le dichiarazioni dei rappresentanti del SAPPE
In merito alla situazione, Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), e Francesco Ciccone, segretario regionale, hanno espresso la necessità di interventi tecnologici e strutturali più incisivi. “Riteniamo che sia giunto il momento di schermare gli istituti penitenziari,” hanno dichiarato, sottolineando come l'introduzione del reato specifico legato all'uso di dispositivi mobili in carcere non abbia avuto l'effetto deterrente auspicato. La proposta avanzata dai rappresentanti del SAPPE mira a implementare sistemi di schermatura che impediscano l'uso di telefoni cellulari all'interno degli istituti penitenziari. Questa misura, già adottata in alcuni paesi, potrebbe limitare significativamente la comunicazione non autorizzata tra detenuti e l'esterno, spesso utilizzata per gestire attività illecite come il traffico di droga o altre operazioni criminali. In parallelo, Durante e Ciccone hanno ribadito l'importanza di accelerare le iniziative per destinare i detenuti tossicodipendenti a comunità terapeutiche. Questo approccio avrebbe il duplice scopo di ridurre il sovraffollamento carcerario e di avviare percorsi di recupero concreti, contribuendo a contrastare la diffusione della droga all'interno delle carceri.
Il ruolo delle unità cinofile
Un elemento chiave nelle operazioni di perquisizione è rappresentato dalle unità cinofile, il cui contributo si è rivelato fondamentale nel rinvenimento di sostanze stupefacenti. Questi cani addestrati con altissimi standard di efficienza sono in grado di rilevare anche piccole quantità di droga, consentendo agli agenti di scoprire nascondigli altrimenti difficili da individuare.
Una sfida per il sistema carcerario
Il problema del contrabbando di droga e telefoni cellulari rappresenta una sfida complessa per l'intero sistema carcerario italiano. La presenza di dispositivi mobili non autorizzati non solo mina la sicurezza degli istituti, ma consente ai detenuti di mantenere collegamenti con il mondo esterno, facilitando attività criminali che vanno contro il principio di riabilitazione su cui si basa il sistema penitenziario. Le recenti operazioni nel carcere di Rossano evidenziano la necessità di interventi urgenti e mirati per contrastare il fenomeno. Misure come la schermatura dei segnali telefonici, un aumento delle risorse per le perquisizioni e l'intensificazione dei percorsi di recupero per i detenuti tossicodipendenti potrebbero rappresentare passi concreti verso una gestione più efficace delle problematiche carcerarie. La Polizia Penitenziaria, nonostante le difficoltà, continua a svolgere un lavoro encomiabile per garantire sicurezza e legalità all'interno degli istituti di pena.
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