Coldiretti, Gasolio Agricolo: lacunoso il decreto del Direttore Generale Agricoltura per l'assegnazione delle maggiorazioni del gasolio agricolo
In questa fase cruciale dell’annata agraria (per lo più di semina e raccolta), l’attesissimo decreto autorizzativo delle assegnazioni delle maggiorazioni del gasolio agricolo, più volte sollecitato da Coldiretti, lascia ancora vuoti i serbatoi di oltre tremila agricoltori della Calabria, rimasti da mesi senza gasolio ed obbligati ad acquistarlo a prezzo pieno. Coldiretti, ritorna in modo dettagliato sulla questione gasolio e continua: Il Dirigente Generale probabilmente distratto da altre attività propagandistiche , non ha ancora “realizzato” le gravi conseguenze causate dai frammentari provvedimenti (ben 4), incompleti ed iniqui emessi a partire dal 20 agosto scorso, risultati inefficaci per la drammatica emergenza gasolio, determinata dall’andamento climatico e ancora in pieno emergenza nelle campagne calabresi, . Il Dirigente Generale ignora non solo i diritti soggettivi, ma anche gli interessi legittimi e preferisce, con perseveranza, mantenere la linea del diniego. Mai nella storia della Regione, una gestione così rigida del Dipartimento Agricoltura dove l’assenza di una guida politica autorevole ha concentrato nelle mani di un unico soggetto l’attività politica e quella amministrativa, scegliendo con atti cosa fare e come applicarli, ignorando le giuste istanze delle imprese agricole supportate da norme nazionali chiare, imparziali e prive di discrezionalità interpretativa. Il livello di attenzione al problema delle aziende, rimaste da mesi senza gasolio, è dimostrata dal “finto decreto”, quale 4° provvedimento, assunto il 10 ottobre u.s. – dopo oltre 15 giorni di riflessioni (per gli agricoltori sono tanti)- non condiviso con le Rappresentanze Agricole e, reso noto, solo con la pubblicazione sul BURC (15 ottobre). La struttura regionale avrebbe il dovere di adottare provvedimenti corretti ed imparziali con tanto di note esplicative, al fine di assicurare corretta applicazione e nessuna discrezionalità interpretativa. Ma, c’è dell’altro! Il provvedimento modifica soltanto il “vestito” dell’atto amministrativo, visto che recepisce precedenti note del dirigente (si trasforma da lettere a decreto) e, nella sostanza, lascia tutte le contraddizioni e le incoerenze, allarga la confusione ed espone gli agricoltori al rischio di gravi addebiti penali. Il problema è molto semplice! Il Dirigente Generale nel decreto ammette (finalmente!) di aver dimenticato la provincia di Reggio Calabria nelle precedenti “lettere autorizzative” e, per la quarta volta, autorizza le maggiorazioni per le sole operazioni agrarie che hanno già causato il maggior consumo di carburante e l’esaurimento della dotazione. In sostanza rinnova l’autorizzazione ad assegnare altro carburante per continuare ad irrigare non solo le colture irrigue ma anche le colture non irrigue, escludendo tutte le operazioni agrarie da eseguire diverse dall’irrigazione quali aratura, raccolta delle produzioni, fresature ecc., tipiche di questa fase dell’anno. Un provvedimento, quindi, non condivisibile, - afferma Coldiretti - incoerente rispetto al bisogno reale e alle norme nazionali e addirittura in contraddizione con le norme regionali adottate dallo stesso Dipartimento Agricoltura il 31 gennaio 2017 ((D.D.G. n.743) dove al capitolo 7 è disposto che: “i supplementi in caso di eventi eccezionali (calamità, siccità ecc.) possono essere concessi limitatamente a quelle lavorazioni e attività ancora ammissibili nel corso dell’anno che possono essere svolte successivamente alla presentazione della relativa domanda protocollata. Le assegnazioni suppletive potranno essere effettuate solo se gli utenti UMA dimostrino e dichiarano che il carburante già assegnato è stato consumato, per sopperire alle esigenze dovute agli eventi climatici”. Ancora una volta – conclude Coldiretti - si conferma l’atteggiamento “distratto” e “omissivo” di un Dipartimento Agricoltura impegnato molto nelle contabilità fatte con il pallottoliere e sordo rispetto alle istanze, ormai urlate, degli agricoltori calabresi.