"Il fenomeno delle intimidazioni è

cambiato. Un tempo più spesso di matrice mafiosa, oggi le

minacce hanno anche origine da un malcontento suscitato da una

decisione amministrativa o scatenato dal disagio sociale. Che in

casi estremi si trasforma in minaccia". Lo ha detto il

presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, parlando

nel corso della riunione dell'Osservatorio sulle intimidazioni

agli amministratori, presieduto al Viminale dal ministro

dell'Interno, Luciana Lamorgese, e al quale è intervenuto il

capo della polizia, Franco Gabrielli. Al termine dell'incontro

Decaro si è detto soddisfatto dell'interlocuzione avviata e

della disponibilità manifestata dalla ministra.

  "Agli occhi dei cittadini - ha detto Decaro - un sindaco può

risolvere ogni cosa. Così i cittadini si rivolgono a noi se

manca il lavoro, per le occupazioni abusive, se non hanno una

casa o se sono disturbati dai vicini". Altro rilevante

cambiamento, registrato dal presidente dell'Anci, è il ricorso

ai social network per minacciare o diffamare. "Un fenomeno

cresciuto dal 3 per cento del 2013 al 12 del 2018".

  In nome dei sindaci, Decaro ha rivolto alla ministra alcune

richieste specifiche degli amministratori. Prima di tutto

l'istituzione di un fondo per il sostegno agli amministratori

locali intimiditi, richiesta sulla quale la ministra ha

manifestato apertura. "Le minacce di tipo indiretto, dagli

incendi ai danneggiamenti di strutture e mezzi anche di beni di

proprietà personali - ha spiegato Decaro - inevitabilmente hanno

significative ripercussioni a carico del cittadino

amministratore, con evidente disincentivo a ricoprire incarichi

al servizio della collettività". Decaro ha poi invocato una

maggiore attenzione e presenza delle istituzioni al fianco degli

amministratori minacciati "perché la vicinanza dello Stato,

oltre a far sentire meno soli sindaci, assessori e consiglieri,

può servire da deterrente per chi minaccia". L'Osservatorio

dovrebbe poi far emergere gli aspetti sommersi, territorio per

territorio, sui quali è in corso un'indagine della quale si

attende di conoscere i risultati. Dovrebbero inoltre essere

attivati gli Osservatori regionali per mappare le situazioni

locali. Gli amministratori, infine, chiedono alcune modifiche

normative: maggiore asprezza, anche dopo lo scioglimento del

Consiglio comunale, nel caso di infiltrazioni mafiose, per

evitare che gli stessi soggetti si ripresentino alla successiva

tornata elettorale; interpretazione meno elastica del reato di

abuso d'ufficio. "Quando si verificano provate infiltrazioni -

ha spiegato Decaro - le pene devono essere inasprite. Allo

stesso tempo, però, i sindaci con tutte le responsabilità che

portano, al primo avviso di garanzia per abuso d'ufficio

risultano agli occhi dell'opinione pubblica già colpevoli,

condannati per via mediatica. E questo li lascia doppiamente

esposti".

  Relativamente alle minacce via social network, rivolgendosi

al capo della polizia Gabrielli, Decaro ha ricordato "la bella

iniziativa con la polizia "In rete con i ragazzi" lanciata lo

scorso novembre" per promuovere nelle scuole una comunicazione

non ostile e consapevole. "Potrebbe essere utile puntare

maggiormente sulla sensibilizzazione e la comunicazione - ha

concluso Decaro - e attivare una collaborazione strutturale

anche sul versante delle intimidazioni, tramite lo scambio di

informazioni per segnalare più rapidamente alla polizia postale

casi di minacce via social".