“Questa mattina, a una settimana dalla sentenza di primo grado che ha condannato l’assassino di mio figlio all’ergastolo, ho deciso di presentare querela per calunnia e diffamazione alla mia persona”. Lo dichiara all’agenzia Dire Caterina Villirillo, mamma di Giuseppe Parretta ucciso a colpi di pistola il 16 gennaio 2018 nella sede dell’associazione ‘LibereDonne’ fondata dalla signora Villirillo per salvare le donne da violenza, tratta e prostituzione. “La condotta processuale del Gerace- ha spiegato l’avvocata Jessica Tassone, presidente dell’associazione DoMino, che si occupa di contrasto alla violenza di genere- e’ sempre stata rivolta al discredito di Caterina Villirillo. Piu’ volte in manoscritti o dichiarazioni spontanee ha accusato la signora di prostituirsi e far prostituire la figlia. Caterina non solo è stata distrutta e privata del suo bene piu’ grande – suo figlio – ma anche denigrata e offesa in aula di tribunale. Con questa querela ha deciso non solo di denunciare l’offesa subita alla propria immagine e al proprio onore di donna e madre, ma anche di dare un segnale forte alle donne della Calabria e per questo la sostengo anche come associazione DoMino per continuare la sua lotta per la legalita’”. “L’uccisione di mio figlio- ha concluso Villirillo- e’ stata un affronto a tutti i centri e associazioni che si battono contro la violenza sulle donne. Mi hanno persino accusata di non essermi lanciata a difendere mio figlio. Cosa ne sanno loro di cosa significa sentire far fuoco e vedere un figlio ferito e averne altri due nella stanza. Faccio appello a tutte le associazioni per essere sostenuta in questa battaglia e per non essere lasciata sola con le umiliazioni che ho dovuto subire oltre alla perdita inconsolabile di mio figlio Giuseppe”