Era un pomeriggio estivo qualsiasi per Dodò, quel 25 giugno del 2009. Una partita di pallone con gli amici in un campo di calcetto, che mai avrebbe pensato sarebbe stata l’ultima che avrebbe giocato. Poi quella pallottola che non era destinata a lui, che pose per sempre fine ai suoi sogni. E’ questa la tragica storia di Domenico Gabriele, ucciso per errore a soli 11 anni dalla ‘ndrangheta. I due sicari – autori di quel gesto – erano lì per ammazzare Gabriele Marrazzo, ma le pallottole, sparate all’impazzata, colpirono anche il bambino.

Furono tre mesi d’inferno per Dodò, che dovette combattere tra la vita e la morte in un letto d’ospedale – tra Crotone e Catanzaro - fin quando, il 20 settembre 2009, il suo cuore cessò di battere.

La criminalità ha così sepolto un’altra bara bianca, ma non il ricordo che i cari hanno del viso dolce e della gioia che il piccolo Dodò donava agli altri, sicuro di quel futuro che – in un giorno qualsiasi – è stato spezzato per sempre.