L'Europa si prepara a sperimentare sull'uomo un vaccino contro il nuovo coronavirus: l'azienda

CureVac ha appena annunciato di essere pronta per avviare i test

in estate in Belgio e Germania e il suo è uno dei 60 candidati

vaccino anti-Covid-19 nati finora nei laboratori di tutto il

mondo da uno straordinario sprint della ricerca. Dei 60

possibili vaccini, solo tre al momento hanno cominciato la

sperimentazione sull'uomo: quelli delle aziende americane

Moderna e Inovio e quello della cinese CanSino. Adesso, però,

arriva il momento della maratona: le sperimentazioni dovranno

rispettare i loro tempi e richiederanno molti mesi.

  "La corsa c'è stata ed è stata costruttiva. Tutti si sono

scambiati informazioni: non è stata una gara", ha detto all'ANSA

Luigi Aurisicchio, amministratore delegato della Takis, la prima

azienda italiana ad avere cominciato la sperimentazione

pre-clinica di un vaccino anti-Covid-19. Erano 180, fra centri

pubblici e privati, i partecipanti all'incontro organizzato

recentemente dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) su

vaccini e farmaci e in quell'occasione è emerso che, sebbene i

candidati vaccini siano così numerosi, la loro strada è

tutt'altro che semplice.

  Uno dei problemi, per esempio, riguarda quanto è stato

osservato in precedenza con altri coronavirus, responsabili di

malattie diverse dalla Covid-19: "i virus di questo tipo tendono

a generare anticorpi che si legano al virus, ma non lo

neutralizzano e non gli impediscono di entrare nelle cellule

utilizzando - ha spiegato Aurisicchio - il recettore Ace2",

ossia la serratura molecolare che costituisce la principale via

d'ingresso del nuovo coronavirus nell'organismo. Così 'decorato'

dagli anticorpi il virus entra quindi sia nelle cellule sia nel

sistema immunitario, peggiorando la situazione. Il fenomeno,

chiamato Antibody-dependent enhancement (Ade), è quindi una

delle condizioni da controllare in modo rigoroso nella fase di

sperimentazione. Per questo motivo, oltre che sui topi, i test

preclinici dovranno essere condotti sugli animali che hanno un

recettore Ace2 molto simile a quello umano, come i furetti.

    Nonostante i lunghi tempi della sperimentazione siano

obbligati, l'emergenza della pandemia sta portando ad alcune

accelerazioni, dove questo è possibile, come quella che permette

di fare le prove di tossicologia in parallelo su animali e uomo.

  E' questa la strada che si intende seguire per la

sperimentazione di molti dei 60 candidati vaccini, che ha

permesso a tre aziende di arrivare così in fretta ai test

sull'uomo e alla CureVac di accorciare i tempi. La CureVac

prevede di cominciare i test clinici fra giugno e luglio, come

ha annunciato a Bruxelles il nuovo presidente del consiglio di

vigilanza dell'azienda, Jean Stéphenne. Il candidato vaccino, ha

detto, sarà somministrato inizialmente a un piccolo numero di

adulti in buona salute, poi in persone esposte al virus e infine

agli anziani, la fascia più a rischio.