A Bologna tre vite salvate da trapianti a cuore fermo
Tre trapianti contemporanei nelle sale operatorie dell'Irccs Policlinico Sant'Orsola di Bologna: uno di cuore, uno di polmoni e un combinato di fegato-rene.
Tre vite salvate grazie a un donatore, attraverso una donazione "a cuore fermo".
Con questo caso il Sant'Orsola si posiziona come primo centro italiano per numero di trapianti di cuore a cuore fermo, salendo a quota tre, dopo il primo trapianto di questa tipologia avvenuto solo poche settimane fa.
La maggior parte dei trapianti è ancora legata alle morti encefaliche, ma stanno crescendo le donazioni a cuore fermo che in Italia prevedono un tempo di osservazione prima del prelievo degli organi di 20 minuti, contro la media dei 5 minuti della maggior parte degli altri paesi europei. Fra tutte le donazioni a cuore fermo, la più complessa è proprio quella di cuore.
Il Policlinico inoltre si conferma a livello nazionale al primo posto per numero di trapianti di cuore complessivo e in questo giorni è stato superato il record del 2005: da gennaio ad oggi ne sono già stati eseguiti 44, di cui 8 pediatrici.
Tutti gli ambiti di trapianto vedono al Sant'Orsola un trend di crescita: nel 2023 finora, sono stati eseguiti 111 trapianti di fegato, 102 di rene e 11 trapianti di polmone; tutti dati superiori allo stesso periodo dello scorso anno.
"Una conferma dell'impegno che abbiamo assunto diventando Ircss proprio in questo ambito - afferma Chiara Gibertoni, direttrice generale dell'Irccs Policlinico Sant'Orsola - Questo si traduce non solo in numeri che crescono ma anche in competenza per applicare nuove procedure come quelle legate agli organi "a cuore fermo".
Un passo importante non solo a livello scientifico ma soprattutto per i pazienti in lista d'attesa, che potranno accedere a un numero sempre maggiore di organi".
"Quello raggiunto oggi è un altro grande risultato per il Sant'Orsola e la sanità pubblica della nostra Regione - commenta Raffaele Donini, assessore alle politiche per la Salute dell' Emilia-Romagna - che, grazie alla sua capacità organizzativa e alle competenze dei suoi professionisti, si dimostra sempre pronta a raccogliere e vincere le sfide che la medicina le pone di fronte".