Italia festeggia l'agricoltura più green d'Europa con 5.450 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche e una percentuale di appena lo 0,6% di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari, oltre 10 volte in meno dei prodotti di importazione, il cui tasso di non conformità in media è pari a 6,5% secondo elaborazioni su dati Efsa.

È quanto afferma la Coldiretti, in occasione della giornata mondiale dell'Ambiente celebrata dalle Nazioni Unite, il 5 giugno.

Nel Belpaese ad esempio - sottolinea la Coldiretti - ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e su 533 varietà di olive contro le 70 spagnole con ben 40mila aziende agricole impegnare nel custodire semi o piante a rischio di estinzione. Un 'patrimonio di biodiversita' messo a rischio dalla cementificazione e dell'abbandono con l'Italia che ha perso quasi 1/3 (30%) dei terreni agricoli nell'ultimo mezzo secolo con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari ed effetti sulla tenuta idrogeologica del territorio e sul deficit produttivo del Paese e la dipendenza agroalimentare dall'estero.

L'agricoltura interessa più della metà della superficie nazionale e per questo - continua la Coldiretti - l'Italia per difendere l'ambiente deve proteggere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell'attività nelle campagne.

Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre fermare il consumo di suolo e organizzarsi per raccogliere l'acqua e drenarla nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Per questo sono necessari - conclude Coldiretti - interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l'acqua piovana in modo da gestirne l'utilizzo quando serve.