Boom di un +30% del fatturato delle imprese a capitale italiano dedicate a Ricerca e Sviluppo in ambito biotech: è uno dei dati più rilevanti che emerge dal rapporto annuale Assobiotec-Federchimica ed Enea 'Le imprese di biotecnologia in Italia.

Facts&Figures 2022' presentato a Bresso (Milano).

Il comparto, che registra complessivamente nel 2021 quasi 800 imprese, 13 mila addetti e oltre 10 miliardi di fatturato (2020) e costituito per l'82% da piccole e micro imprese, è tornato a crescere dopo una lieve flessione nel 2020.

Circa il 75% del fatturato totale è prodotto dal settore salute, il 17% da industria ed ambiente.

"I nuovi dati del Rapporto - ha detto Gaetano Coletta, Responsabile Enea Offerta e Valorizzazione Servizi di Innovazione - non solo confermano la tenuta del settore delle biotecnologie in Italia nel 2020, l'anno più duro della crisi pandemica legata al COVID-19, ma ne evidenziano un ulteriore incremento degli investimenti in R&S". Il rapporto registra che il numero di imprese attive nelle biotecnologie in Italia, dopo una lieve flessione a fine 2020, è tornato a crescere nel 2021 superando con 790 aziende il livello raggiunto a fine 2019.

Anche se le imprese attive nell'ambito della salute umana continuano a rappresentare la quota maggioritaria del numero totale di imprese biotecnologiche italiane (48,5%), si conferma la progressiva e continua crescita fra il 2014 e il 2021 della quota delle imprese che hanno come applicazione prevalente le biotecnologie industriali (+29%) e, soprattutto nell'ultimo periodo, di quelle per agricoltura e zootecnia (+34,5%).

"Il Biotech si conferma - ha aggiunto Coletta - come un volano dell'innovazione nazionale, sempre più cruciale per rispondere alle nuove sfide che la nostra società si trova a fronteggiare, come l'emergenza sanitaria, la sostenibilità ambientale e la dipendenza energetica". Considerando il totale delle imprese, circa tre quarti del fatturato totale è prodotto dal settore della salute, il 17% è dato dal settore industria ed ambiente.