Nel 2021 nella nostra regione i decessi per neoplasia tumorali sono stati 1.648 ma più della metà del numero totale si è registrato in provincia di Cosenza, con 885 malati che hanno perso la loro battaglia contro il cancro.

Le nuove diagnosi in Calabria sono state 10.350 nel 2018 (Dati Airtum - Associazione Italiana Registri Tumorali), 13.200 nel 2020, circa 14.000 nel 2021 e si presume intorno ai 15.000 per l'anno in corso che sta per concludersi.E dei nuovi 15.000 casi in Calabria circa 6 - 7.000 nella sola provincia di Cosenza.

E' doveroso comunque precisare che i dati del 2021 e 2022 sono non certi per il fatto che i Registri Tumorali di Popolazione, che dovrebbero essere gestiti dalle Asp e coordinati dal Dipartimento Salute della Regione Calabria, sono in ritardo, incompleti e poco attenzionati considerato anche il deficit di personale impiegato su tale fronte che, invece, è determinante per una corretta azione di prevenzione che in Calabria può considerarsi all'anno zero, tranne qualche piccola iniziativa voluta dalle encomiabili associazioni di volontariato.

Ed il fatto chi il 55% dei decessi sono stati registrati nella sola Provincia di Cosenza che conteggia il 35% della popolazione calabrese la dice lunga su come si possa presupporre una diretta correlazione, almeno per alcune forme tumorali, con le centinaia e centinaia di siti contaminati con rifiuti tossici e pericolosi che sono disseminati nella vastissima provincia bruzia.

Ma anche su tale fronte si è all'anno zero. Basti accennare alla mancata bonifica dell'amianto e al mancato utilizzo di ben 43 milioni di euro che la Regione non ha utilizzato e che erano destinati ad azioni di bonifica.

Basti accennare alla mancata bonifica di vasti territori come quelli ricadenti nel Comune di Cassano allo Ionio per la ferrite di zinco che negli anni '80 venne interrata abusivamente. Solo alcuni piccoli appezzamenti sono stati bonificati mentre altri ancora attendono invano.

Per non parlare delle informative dei servizi segreti degli anni '80 e '90, oramai desecretate, nella quale si legge della presenza di numerosi siti interrati di rifiuti tossici facenti parte di un disegno criminoso gestito dalle famiglia di 'ndrangheta che trasportavano a fior di quattrini rifiuti pericolosi dal Nord Italia per interrarli in Calabria.

E l'elenco potrebbe continuare. Ma a tali problematiche che non dovrebbero essere taciute e sottovalutate corrisponde il silenzio più assordante tipico di una realtà dove domina la cultura dell'illegalità e l'omertà, per come sosteneva il pentito di Camorra, Carmine Schiavone, che fu il protagonista assoluto della "terra dei Fuochi" di Casal di Principe nel casertano e che soleva dire che la vera terra dei Fuochi era la Calabria, dove nessuno vedeva e nessuno parlava.

Carmine Schiavone chiese di essere ascoltato in merito alla Procura di Reggio Calabria ma, pochi giorni prima, cessò di vivere. Una combinazione spiacevole. Chissà cosa avrebbe potuto rilevare Carmine Schiavone. Segreti inconfessabili che oramai rimarranno tali per sempre.