Una donna su tre, dai 16 ai 70 anni ha subito un qualsiasi tipo di violenza. La causa? Essere donna. La violenza di genere è un fenomeno tanto esteso quanto grave, che sottopone a giudizio ogni forma di violenza: fisica, sessuale, psicologica. Ciò che lo rende ancora più degenerante è il fatto che, spesso i carnefici non sono sconosciuti, ma gli stessi che vivono sotto il tetto di queste vittime: padri, mariti, fratelli. Inizia tutto con un’offesa, poi uno schiaffo, per terminare con un ricovero in ospedale o, peggio, con la morte. E’ stato questo il tema discusso stamattina, presso palazzo Arnone, a Cosenza, nella galleria nazionale, all’avvento della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che si terrà il 25 Novembre. A dar voce all’atrocità di questo fenomeno sono gli organi di polizia di Cosenza, testimoni diretti delle denunce di queste donne, che sembrerebbero essere state più affluenti nel periodo del lockdown. “Questa non è solo una campagna finalizzata alla ricezione di denunce e di contatti di donne in difficoltà ma è soprattutto una campagna di prevenzione“ spiega Giovanna Petrocca, questore di Cosenza, ponendo l’attenzione sulla sensibilizzazione di ragazze e ragazzi su un tema così diffuso e, soprattutto, sull’importanza della denuncia. Il sostegno alle vittime di violenza di genere è necessario per far si che queste donne possano continuare a vivere la vita che si meritano, lontano da ciò che le perseguita. La sensibilizzazione a questi fenomeni è necessaria per combatterli e annientarli, soprattutto tra i giovani, poiché l’educazione e la civilizzazione sono la soluzione alla violenza.