Un’impennata di casi che ha sollevato la preoccupazione del cuore finanziario della Cina, costringendo la megalopoli di Shangai a chiudersi in lockdown da lunedì 28 marzo 2022 a causa del numero di positivi da Covid-19 troppo alto, secondo gli standard del governo cinese.

Sembrerebbe che lo screening che avverrà in Cina sia diverso rispetto a quello di altre città: le restrizioni avverranno sparse a macchia d’olio all’interno della stessa, dividendo l’area in due e imponendo l’isolamento domiciliare solo ad una parte, mentre l’altra sarà impegnata in una decisiva campagna di tamponi.

Da oggi fino al primo aprile, verranno imposte le restrizioni nelle aree ad est del fiume Huangpu e alcune di quelle ad ovest. Dal primo aprile al 5 aprile, invece, verranno chiuse le aree rimanenti.

Il governo cinese ha spinto fortemente sulla alla campagna di tracciamento di massa, in modo da poter isolare il più possibile i positivi ed un possibile contatto con i non contagiati, per evitare la trasmissione derivata dalla nuova variante Omicron.

Per quanto i numeri non siano esagerati in relazione alla densità della città - circa 4.400 contagi - il governo di Pechino ha deciso di adottare il sistema "tolleranza zero", che prevede azioni drastiche e mirate per arginare il più possibile il contagio.

Secondo le testimonianze rilasciate da Reuters, agenzia di stampa britannica, la maggior parte delle persone risultate positive sabato sarebbero asintomatiche.