Nel 2004 l'italiano Mirko Zago èstato il primo straniero a cucinare per Vladimir Putin e in 20 anni a Mosca con la sua cucina ha conquistato i russi.

Ora, all'ombra del Cremlino lo chef di origini valdostane gestisce quattro ristoranti e racconta l'atmosfera della capitale a poco più di un mese dall'inizio della guerra in Ucraina: "A settimane di distanza dall'inizio di quella che doveva essere 'un'operazione speciale', a Mosca la gente sta gradualmente tornando, dopo un primo choc, a una vita 'normale', anche se di normalità in questa situazione non si può parlare", racconta.

All'inizio "la gente aveva altro a cui pensare piuttosto di venire al ristorante, ora si torna a una sorta di quotidianità.

Io però non voglio abituarmi alla guerra. Quello che mi chiedo è 'dove voglio che crescano i miei figli'?". Tra "fake news" sia da "una parte sia dall'altra" uno dei "problemi che sta emergendo con forza è la russofobia: sono solo pregiudizi e qualsiasi pregiudizio non ha ragione d'esistere". Il conflitto, "purtroppo è diventato troppo mediatico - conclude - e difficile da interpretare, ma le persone che soffrono o muoiono ci sono veramente".