Quattro condanne e quattro assoluzioni.




É la sentenza emessa dal Tribunale di Lamezia Terme nel processo "Reventinum" a carico di una cosca di 'ndrangheta dell'alto Lametino.
 

Agli otto imputati veniva contestata, a vario titolo, una serie di reati che andavano dall'associazione mafiosa e dall'estorsione al danneggiamento ed alla violenza privata.
La condanna più pesante, 15 anni di reclusione, è stata comminata a Marco Gallo, di 37 anni, al quale in passato erano stati inflitti due ergastoli per gli omicidi dell'avvocato Francesco Pagliuso e di Gregorio Mezzatesta.
 

Il collegio giudicante (presidente Angelina Silvestri) ha poi comminato 11 anni a Giuseppe Scalise, presunto capo dell'omonima cosca, e 12 anni e 11 mesi al figlio Luciano.

 

Il quarto condannato (6 anni e 7 mesi) è Angelo Rotella.
 

Gli imputati che sono stati assolti sono Antonio Scalise, altro figlio di Giuseppe; Carmela Grande, Salvatore Domenico Mingoia e Bruno Cappellano.
 

Il Tribunale ha anche disposto che i quattro imputati condannati risarciscano le parti civili costituitesi nel processo: la Regione Calabria; l'Associazione Antiracket lametina; l'Amministrazione provinciale di Catanzaro; i Comuni di Lamezia Terme, Decollatura e Soveria Mannelli e la Camera Penale di Lamezia Terme.
 

Marco Gallo è stato anche condannato a risarcire i danni ai familiari dell'avvocato Pagliuso, costituitisi anche loro parte civile nel processo.
 

Il processo è scaturito dall'operazione condotta dai carabinieri nel gennaio del 2019 contro i gruppi contrapposti degli Scalise e dei Mezzatesta.