Un raro intervento di cataratta ha permesso al paziente, non solo di ricominciare a vedere in modo nitido, ma anche di riprendere a comunicare con il mondo esterno.




E quello effettuato su una persona con Sclerosi Laterale amiotrofica, malattia che in stadio avanzato impone di comunicare solo attraverso gli occhi.

 

A portarlo a termine con successo, nel mese in cui si è celebrato in tutto il mondo lo Sla Global Day, sono state tre équipe, i Centri Clinici NeMO, Nemo Lab e Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone.

 

Il puntamento oculare, infatti, è l'ultimo movimento che permette alle persone con Sla, nelle fasi più avanzate della malattia, di comunicare.

 

"La Sla - spiega Fulvia Massimelli, presidente dell'Associazione italiana Sclerosi Laterale amiotrofica (Aisla) - mortifica il nostro corpo, rendendolo immobile.

 

Una condizione estrema che impone il bisogno di preservare i nostri occhi, unico strumento che ci permette di continuare a comunicare".

 

Dal 2016, al Centro Clinico NeMO di Milano è attivo il servizio optometrico e in questi anni sono 958 le valutazioni effettuate dal servizio, di cui oltre 750 per persone con Sla.

 

La presa in carico della funzione visiva avviene dalla diagnosi per tutto il percorso di malattia: valutazioni e follow up periodici.
 

"Il monitoraggio visivo del paziente ha permesso di valutare con lui come gli occhiali non dessero più beneficio - spiega Danilo Mazzacane, medico oculista - la scarsa acutezza visiva richiedeva, infatti, la necessità di ingrandire molto i caratteri sullo schermo del suo comunicatore, rendendo ancora più difficoltose le interazioni sociali. L'intervento di cataratta gli consentirà di riprendere un utilizzo efficace del comunicatore".

Questo intervento mostra come "la presa in carico visiva dovrebbe essere parte integrante della presa in carico multidisciplinare per patologie complesse come la Sla", conclude Alberto Fontana, presidente dei Centri Clinici NeMO.