Dopo circa 20 anni di mobilitazione sindacale, contraddistinta da scioperi, manifestazioni e assemblee, ma anche di iniziative eclatanti come l'occupazione di strade, porti, stazioni, teatri e aeroporti, aggiungiamo un altro tassello a questa vertenza con un risultato che originariamente sembrava irraggiungibile, ossia il raggiungimento di una retribuzione dignitosa grazie a un contratto di minimo 26 ore, per gli oltre 4.000 ex Lsu-Lpu calabresi .

Questa la dichiarazione del Segretario nazionale della UILTemp, Gianvincenzo Benito Petrassi, che si è occupato della vertenza sin dall'origine.

A seguito dell'incontro che si è svolto ieri, 14 marzo 2022, tra la Vicepresidente della Giunta Regionale Princi, il DG del Dipartimento lavoro, e le organizzazioni sindacali Cgil - Cisl - Uil, con le categorie di settore Nidil – Felsa e Uiltemp, spiega il sindacalista si è raggiunto un ulteriore traguardo, questa volta finanziario, dopo aver conseguito nel tempo importanti risultati con la contrattualizzazione nel 2015 e la successiva stabilizzazione nel 2020, frutto di una serrata rivendicazione sindacale.

Dunque, a seguito della recente approvazione del decreto Milleproroghe, che ha visto l'equiparazione su base nazionale tra gli Lpu e Lsu e lo stanziamento di altri 20 mln di euro, è stato siglato in Regione un accordo quadro per migliorare le condizioni lavorative e retributive di questo corposo bacino di lavoratrici e lavoratori, attraverso il riconoscimento di 18.000 euro derivanti da risorse nazionali e regionali, per ciascun lavoratore, che consentirà l'aumento delle ore lavorate e, conseguentemente, delle retribuzioni, portandole a livelli più dignitosi.

E questo contributo, che permetterà di accedere ai bonus statali come gli assegni familiari, è strutturale, quindi sarà percepito fino al pensionamento.

Inoltre abbiamo chiesto e ottenuto che le risorse che matureranno a partire dal 2022 nello specifico fondo regionale, successivamente ai pensionamenti previsti, saranno redistribuite sulla platea residua del bacino, con l'obiettivo di aumentarne sempre di più il livello retributivo, puntando nel tempo a raggiungere un tempo pieno per il numero maggiore di lavoratori.

Il nostro auspicio, conclude Petrassi, è che dopo la Calabria, anche altre regioni dove sono presenti ex Lsu-Lpu seguano questo percorso di stabilizzazione perché rappresenta l'epilogo giusto e doveroso nei confronti di lavoratrici e lavoratori che sin dall'inizio di questo incarico, all'interno di pubbliche amministrazioni, hanno offerto il loro contributo, nonostante la condizione di instabilità e incertezza sul futuro."