L’Italia si colloca come fanalino di coda nella classifica europea dell’occupazione dei laureati. Secondo i dati Eurostat relativi al 2018, la percentuale di laureati che, entro tre anni dal conseguimento del titolo di studio, ha trovato un’occupazione è la seguente: il 29,1% in Calabria, dato più basso a livello europeo, il 30,1% in Sicilia e il 35,9% in Basilicata.


La situazione migliore nel nord Europa. In due regioni del Regno Unito, Tees Valley and Durham e East Yorkshire and Northern Lincolnshire. Qui il 100% dei laureati è riuscito a trovare lavoro entro tre anni dalla discussione della tesi. In media l’83,3% di chi esce dalle università europee trova un lavoro entro tre anni dalla conclusione del percorso di studio. A fare eccezione è l’Europa del sud, Italia compresa. La questione non riguarda solo il Mezzogiorno: nel nostro Paese non c’è nessuna regione in cui la percentuale di laureati occupati entro tre anni dalla fine del percorso di studi sia superiore alla media europea.

La scarsa partecipazione al lavoro delle donne. Un aspetto cruciale è anche la scarsa partecipazione femminile al lavoro. Nel nostro Paese, tra i 20 e i 64 anni, lavora il 53,1% delle donne contro il 67,4% medio in Ue (il 75,8% in Germania), ma anche all’interno ci sono differenze enormi. In Emilia – Romagna c’è il 66,9% delle donne occupate e la Sicilia ha solo il 31,5%. In Campania sono occupate il 31,9% delle donne in età da lavoro (sempre senza considerare quelle tra i 15 e i 20 anni), in Calabria il 33,5% e in Puglia il 35,6%. Nella stessa fascia di età in provincia di Bolzano lavora il 73% delle donne, mentre se si va a Stoccolma lavora l’84,3% delle donne (quasi in linea con gli uomini che sono all’87,2%).

 

 

 
FONTE INFODATA