Ad appena tre anni, la sua gamba era destinata all'amputazione a causa di diverse malformazioni.


E invece Nosaiba, bimba libica giunta a Milano per trovare un'alternativa, è tornata a camminare, grazie all'Irccs Ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio di Milano (Gruppo San Donato), e in particolare al professor Giuseppe Peretti e al dottor Fabio Verdoni.

 

La piccola Nosaiba, spiega l'ospedale, è nata con l'agenesia della tibia, ossia con la mancanza totale dell'osso tibiale che, durante la gestazione, non si è formato. Era quindi presente solo il perone che era di dimensioni ridotte rispetto al normale ed era posizionato posteriormente al femore.


 

Pertanto la bimba non aveva la funzionalità dell'anca e soprattutto del ginocchio. Inoltre soffriva, dalla nascita, anche di una forma molto grave di piede torto: la pianta del piede era ruotata di oltre 150 gradi e pertanto orientata verso l'alto. Tutte queste malformazioni concomitanti non permettevano alla bambina di stare in piedi e camminare.

 

Secondo alcuni medici consultati in Libia e anche secondo la letteratura internazionale, l'unica soluzione era quella dell'amputazione sopra al ginocchio, con successivo impiego di una protesi. Ma i genitori di Nosaiba hanno cercato all'estero un'altra possibilità.


 

È il dottor Mussa Tablaki del consolato libico in Italia a contattare il professor Peretti che, a sua volta, coinvolge il collega Verdoni e insieme studiano il caso di Nosaiba trovando una soluzione tecnicamente complessa.

 

Sono stati necessari studi ed esami preliminari, sono stati coinvolti anche altri professionisti, come il chirurgo plastico e il chirurgo vascolare. Grazie a due interventi particolarmente complessi, la bimba può ora beneficiare di un arto non efficiente, poiché l'articolazione è compromessa, ma che le permette di mantenersi in posizione eretta, grazie anche al supporto di uno speciale tutore.


 

"Ai genitori della bimba - spiegano i due specialisti - è stato raccomandato, per precauzione, di non permetterle di camminare senza stampelle, ma quando è tornata da noi per un controllo camminava speditamente e senza aiuti.

 

È stato commovente - aggiungono - assistere ai primi passi di Nosaiba. Nella nostra carriera abbiamo trattato molti casi, ma nessuno era riuscito a procurarci un'emozione così grande".